Ci sono dischi che, nonostante ricalchino sonorità e “mood” magari sentiti e risentiti, riescono comunque a farti stare bene per quanto siano ottimali nel dipingere scenari sonori. Questione di gusti e di affinità . In ogni caso Tastyville dei Three Second Kiss sembra proprio fare al caso.
Il trio bolognese, formato da Massimo Mosca, Sergio Carlini e Sacha Tilotta, ci regala nove tracce che si muovono su quel tracciato segnato negli anni ’90, da band storiche come Shellac e Uzeda ai quali ormai i Three Second Kiss possono essere accostati per qualità continua della proposta e integrità , non solo stilistica. In bilico tra math rock, noise e qualche divagazione post punk accennata, brani che si muovono liberi nella loro forma, nonostante la spigolosità dei suoni.
“Tastyville” comincia un po’ a sorpresa con l’organo che introduce “Caterpillar Tracks Haircut”, brano d’apertura che ricorda i primi Deus più sghembi, seguita dall’incalzante “The Sky Is Mine e A Catastrophe Outside” (debitrice tanto degli Shellac). “Maya” è forse il brano migliore, rimandi ai Don Caballero più ossessivi e con un finale psych avvolgente quanto basta per condurci nella intro in francese di Vampirized a cui segue la sghemba “Don’t Dirty My Heart”, una “Cut The Nerve” serrata e con un ritornello che ricorda certe cose dei Girls Against Boys meno canonici. Il finale fa calare un po’ la tensione con il duo “In Winter The Sun Shines Over The Bridge” e “Mood Red”.
Un disco che dimostra ancora una voltra la caratura internazionale dei Three Second Kiss (che suoneranno all’ATP organizzato dagli Shellac a fine novembre insieme a, guardate un po’, Uzeda), un patrimonio di cui andare fieri e di cui farsi vanto.