Tratto da una storia vera, il film parla di un gruppo di ragazzi ossessionati dalle celebrità e dal loro lifestyle.
Per assomigliare il più possibile a questi idoli, i sei protagonisti si organizzeranno per svaligiare le case di numerosi vip Hollywoodiani (da Paris Hilton a Megan Fox) e, successivamente, mettere in mostra la refurtiva per emulare al meglio le star.
è curioso notare come nello stesso anno escano due film di baby gang che vogliono dimostrare il degrado delle nuove generazioni.
“Spring breakers” di Harmony Korine è simile per certi aspetti a “The bling ring”, ma differisce in tutto ciò che nel film della Coppola è sbagliato.
Partiamo dai protagonisti; nelle intenzioni della Coppola la caratterizzazione è qualcosa che andava fatto con estrema leggerezza soprattutto per indicare un vuoto che è intrinseco ai “suoi” giovani.
Stessa cosa si può dire di Korine che però attraverso piccoli passaggi(soprattutto narrativi) riesce a dare un profilo definito alle ragazze e laddove non arriva la penna ci pensa una caratterizzazione visiva portata quasi all’estremo (un esempio su tutti è il personaggio di James Franco)
Per quanto riguarda il punto di vista dell’autore abbiamo invece una ancor più netta cesura.
Il voler essere o sembrare neutrale da parte della regista non riesce a convincere e viene smontato spesso e volentieri dalla narrazione (la frase finale è l’esempio più lampante).
Giocare con l’assenza di punto di vista avrebbe voluto essere un’associazione con la mancanza d’idee e ideali della generazione rappresentata, ma il tutto causa una certa confusione sulle reali intenzioni della Coppola.
Al contrario il lavoro che Korine fa nel suo film è prendere una posizione decisa e portarla all’estremo fino a regalare allo spettatore un gruppo di personaggi che hanno un forte impatto sia sulle vicende sia su quello che vuole esprimere.
è la differenza più marcata e decisiva ai fini di un giudizio positivo, perchè poi si può discutere su quale sia l’estetica più adatta e riuscita tra i due lungometraggi(e anche qui “Spring breakers” ha qualche carta in più da giocare),ma sbagliare questa scelta vuol dire sbagliare gran parte del film.
Ciò nonostante la regia è curata, così come il resto dei reparti tecnici in cui spicca un montaggio frenetico, ma mai confusionario, e una fotografia patinata decisamente adatta agli ambienti ripresi.
Tra i protagonisti chi risulta meno efficace è proprio la star del film, Emma Watson, che tiene la stessa smorfia in ogni situazione e a tratti è veramente irritante, mentre il resto del cast sembra quantomeno più interessante e con un alchimia più naturale.
Ciò che rende questo film almeno godibile è il ritmo sempre alto che porta rapidamente alla conclusione senza annoiare particolarmente lo spettatore, ma se v’interessa il tema, l’attenzione va tutta all’armata Disney di Harmony.
Il Trailer