A quasi dieci anni dalla prima comparsa come “solo project” dei Frightened Rabbit, dopo molti tour negli USA, 4 studio album e un cambio di etichetta,incontro Scott Hutchison, leader della band indie-rock di Glasgow.
In una ventosissima e gelida domenica dell’estate danese, quasi in chiusura del Northside Festival, la folla del primo pomeriggio si lascia scaldare da un live coinvolgente, di sorprendente intensità emotiva e grande interazione col pubblico;si ascoltano i”classici” e i nuovi pezzi di “Pedestrian Verse”, uscito nel 2013: i ragazzi scozzesi non si risparmiano per nulla.
Incontro Scott dopo lo show e diverse sue interviste: il risultato è una lunga chiacchierata con una persona disponibile, brillante e curiosa;gli argomenti toccati sono molti: dai limiti della definizione “indie” sino ai personali gusti musicali. Saranno stati l’entusiasmo e l’ironia di Scott, saranno state le risate, ma io il freddo danese me lo son dimenticato.
Allora Scott, parlami del nuovo album!
Il nuovo album [“Pedestrian Verse”n.d.r] è stato per noi un processo nuovo, molto differente: abbiamo cambiato etichetta recentemente [passando alla major Atlantic Recordsn.d.r.] ed è stato un passo importante; credo che per la prima volta siamo riusciti a scrivere come un collettivo, come un gruppo, mentre prima ero solo io a scrivere tutti gli album. Abbiamo vissuto e scritto insieme, lavorando tutto il giorno per tre mesi”…Non era mai accaduto!
Già , l’ho notato nel live, è stato uno show molto corale”…partecipato!
Sì? Buono a sapersi! Adesso ognuno di noi si sente molto più coinvolto nella musica: prima io scrivevo i pezzi e poi andavo da ogni membro della band dicendogli “Questa è la tua parte, questa invece è la tua”…” e non penso che questo aiutasse il “collectivemindset”! Sono davvero felice che si percepisca”…Yay!
Questa è la differenza fondamentale del disco ed è curioso, perchè è il nostro quarto album e di solito le band al quarto album si stanno “sedendo”, calmando, facendo sempre un po’ le stesse cose”…Mentre noi proprio ora abbiamo trovato un nuovo modo di lavorare assieme e fare musica e questo è per noi molto eccitante, è incredibile! Sento che con questo disco siamo solo all’inizio di qualcosa”…Guardo al futuro! Sai è proprio questa l’idea, stavo iniziando ad annoiarmi del mio lavoro, e la cosa migliore che puoi fare quando fai parte di una band, è proprio essere autocritico e capire dove hai fatto errori nel passato,ascoltando le opinioni degli altri. Migliorare è vitale, cercare di capire dove sono gli errori nell’ultimo album”…Io distinguo già gli errori in questo, sento cose che vorrei perfezionare”…E’ così che dovrebbe essere!
Hai menzionato il cambio di etichetta: voi avevate iniziato in modo super indipendente (prima in autonomia, poi con la Hits The Fan)”…Come sta andando ora?
Sta funzionando molto bene! Siamo stati con un’etichetta indipendente per molti anni, ma alla fine credo che le nostre ambizioni per la band fossero diverse dalle loro: io ho molte ambizioni per questo progetto, non voglio cambiare nulla di specifico, ma era tempo di avanzare”…Arrivati a questo punto era come se avessimo esaurito le loro risorse.
Sai che abbiamo avuto parecchie critiche per questo?
Se nel lavoro hai una mansione e ne sei ormai annoiato, non vuoi forse una promozione? Cioè, non è forse un istinto umano voler vedere cosa c’è oltre, cosa c’è fuori? Non abbiamo certo deciso a tavolino Oh, dai, spostiamoci con una major, andiamo in tutte le radio, facciamo solo date importanti“….E’ stato più un voler vedere cosa potevamo fare, dove potevamo arrivare. Volevamo far ascoltare la nostra musica ad un pubblico più ampio, non certo cambiare il nostro modo di lavorare o di essere. Ho dovuto giustificarmi così tante volte”…E non è giusto!
La maggioranza delle reazioni dei fans è stata di supporto e sostegno, ma ci sono stati addirittura alcuni, che mi hanno detto che col cambio di etichetta non avrebbero mai più ascoltato la mia band! Ma sai che c’è”… Io non ho mai aderito pienamente alla definizione “indie””…Ho sempre e solofatto la musica che volevo fare: e se posso continuare, ma raggiungendo più persone, non ci vedo nulla di male, non la trovo una cosa negativa!
Beh, effettivamente anche a me non farebbe schifo scrivere anche per Rolling Stone”…
Ma appunto”…Batti cinque!
Ho letto del vostro impegno in ambito sociale, come la collaborazione con Invisible Children [un’organizzazione no profit, andata in tour con loro nel 2011, che si batte contro le attività criminali del gruppo di guerriglieri ribelli LRA]”…E’ bello che abbiate voglia di fare qualcosa”…Raccontami!
Penso che noi abbiamo l’opportunità di raggiungere tante persone in poco tempo”…In particolar modo con l’organizzazione Invisible Childen è stato interessante: loro ci hanno seguitomentre eravamo in tour negli U.S.A aprendo per i Death Cab For Cutie, e io ho molto ammirato il loro modo di cercare di arrivare dritti ai giovaniparlando con chiarezza. Capisci, noi abbiamo una possibilità , un’opportunità in più, e non ci costa nulla parlare con il pubblico per renderlo più consapevole: abbiamo una posizione privilegiatae io cerco di sfruttarla il più possibile.
Sono curiosa: sai qualcosa della musica italiana, conosci qualche band della nostra scena?
Ehm, no! Sai, le band scandinave vengono molto in tour in Uk, ogni tanto passano quelle francesi (ma sono quasi solo Air e Daft Punk), pochissimi gruppi tedeschi ma nessuna band italiana. Secondo te perchè, cosa ne pensi? C’è qualche realtà interessante? Mi scrivo una nota sul telefono, perchè non voglio essere ignorante.
Ti manderò qualche consiglio! Invece, raccontami un po’ della scena scozzese”… Io adoro la Scozia!
Dunque, c’è costantemente qualcosa di nuovo”…Ah ma ci sei stata?
Dove? [Gli racconto delle mie tipiche vacanze studio e di alcune spedizioni concertistiche a Glasgow]. Allora, direi che Glasgow è veramente il luogo dove succedono le cose in ambito musicale; Edimburgo non è male, ci sono delle realtà interessanti.
Sono in tour così tanto che perdo il filo”…Ci sono band come Honeyblood, un duo, gli Holy Esque“…Aspetta te li scrivo io”…E’ ok se te li segno sul tuo taccuino in fondo alla pagina?
La cosa fantastica per me è che c’è sempre qualcosa di nuovo in giro, qualcosa da apprezzare e che ti spronaad essere migliore, a voler superare gli altri”…Ma non c’è competizione, è una community che si sostiene molto.
Già ,community è proprio la parola giusta per definire la scena scozzese: anche se non c’è feeling musicalmente, siamo in grado di relazionarci comunque su un certo livello: avere questo gruppo di pari che ti è di stimolo è una cosa molto incoraggiante. La scena scozzese è piuttosto circoscritta”…Forse è per questo che è così “sana”.
Qual era la tua band preferita quando eri ragazzino?
Oh”…Questo è molto differente”…In realtà il primo album che ho comprato quando avevo dieci anni era di una band chiamata Wet Wet Wet, loro sono scozzesi! [scoppiamo a ridere tutti e due] Poi sono un po’ maturato, da teenager ho iniziato a seguire il grunge, Pearl Jam e Soundgarden, e quando mi sono trasferito a Glasgow, ho iniziato ad ascoltare Teenage Fanclub, Mogwai e The Delgados , Belle And Sebastian, tutte queste band mi colpivano, con un nuovo modo di scrivere.
Prima facevo caso ad altro, per me la musica era fatta di heavyriffs, mi toccavano cose diverse”… Credo che quando sei un adolescente, soprattutto un ragazzo, apprezzi la musica che parla al tuo pene”…Ma quando cresci un po’, vuoi della musica che parli a questa parte di te (si mette le mani sul cuore). Credo sia molto importante, certagente rimane così, ma io sono cresciuto”…Anche se certe volte mi piace ancora della musica che parli al mio pene, ma almeno non tanto come quando ero quindicenne.
Eri molto timido da bambino? Perchè allora hai fatto molti progressi”… (si dice che Frightened Rabbit fosse il soprannome dato a Scott dalla mamma proprio per questo motivo)
Sì, timidissimo”…Beh, ma ora sono ubriaco!
No, ma cosa stai dicendo?
Ahaha, abbiamo suonato presto oggi,sono dovuto salire sul palco a mezzogiorno, iniziando a fingere che fossero almeno le otto di sera”…Dovevo entrare nel mood!
Ahahah”…Mio Dio, allora mai suonare di mattina”…
Beh, in realtà l’ho fatto, ma ero ubriaco anche quella volta! Ho dovuto suonare alle 9 del mattino per seicento persone”…Ho preso un Bloody Mary per colazione!
Beh insomma sono più bravo a fare conversazione ora di quando avevo 5 anni,ero terrorizzato, detestavo socializzare,ma era colpa mia, mi sembrava inutile, non sapevo cosa dire”…a volte non mi sento a mio agio”…
[Io impallidisco e smetto di sorridere] Ma no no, ora va bene, è grandioso, mi sto divertendo!
Bene, io ti ringrazio, per tutto quello che ci hai raccontato, e perchè adoro le tue canzoni, sento che mi parlano davvero. Ah, chiaramente non al mio pene.
Beh, ma solo perchè non ne hai uno”…!
E’ stato bello conoscerti, goditi il Festival!
Ti fermi a sentire qualche live?
Oh sì, i Portishead, non li ho mai visti live”…Spero che smetta il vento, per il suono più che altro!
Surreale. Ma bello. Ci salutiamo ridendo.
I consigli di Scott
- Honeyblood
- Holy Esque
- Meursault
- Fake Major
Photo: Jester Jay Goldman, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons