Ogni volta che leggo il nome Umberto Maria Giardini penso che sia semplicemente un capriccio di colui un tempo noto come Moltheni. Qualche anno fa annunciò il ritiro dalle scene per non ricordo quale disagio nei confronti della stampa specializzata e della considerazione che si aveva in generale sulla sua musica; una questione che in realtà non ho mai ben capito ed ha inaugurato un nuovo corso musicale del Nostro che, non solo pubblica col nome di battesimo, ma riesce a dare una nuova linea al proprio approccio musicale. “Ognuno di noi è un po’ anticristo” è un ep pubblicato in queste settimane in attesa di un nuovo album; prosegue ed allo stesso tempo anticipa quello che sarà il nuovo corso di un artista che non si è mai adagiato su una formula troppo statica, pur non rinnegandone mai le atmosfere.
Ombre e malinconie abbracciano gli spigoli appuntiti delle chitarre elettriche, giocano a rincorrersi attraverso una sezione percussiva molto “carnale” e potente. Il cantautorato intimo e notturno incontra soluzioni post rock, tra pause e balzi di ritmo e di intensità . Un lavoro pieno ed appagante, costituito da architetture mai sovrastrutturate eppure capaci di prendersi spazio e tempo, scorrendo fluide nei tanti cambi di timbro e registro, che rappresentano la principale peculiarità de brani. Espressione, questa, di episodi che nella controparte live potrebbero avere un effetto davvero deflagrante. Un bel biglietto da visita per quello che potrebbe essere Umberto Maria Giardini nell’ormai vprossimo 2014. A meno di altri incomprensibili cambi di scena a cui ci ha abituato.