Il nuovo anno ha impiegato una settimana esatta per farmi arrivare alle orecchie il primo album targato 2014. Una scelta piuttosto confortante, laddove era facile immaginarsi un disco ben confezionato seppur non stravolgente. Un lido sicuro dove osservare i primi barlumi di un’annata musicale ancora nascosta dietro un’alba che timidamente si trasforma in giorno. Il sesto album di Stephen Malkmus con gli Jicks si presenta esattamente come ce l’eravamo immaginato: un giro in tondo tra armonie rock più o meno affilate, afflato pop di buona scuola e qualche accenno, ma solo in alcune sfumature, ad un’attitudine prog nell’accezione migliore e meno invasiva del termine.
“Wig Out At Jagbags” ha la peculiarità di far tornare alla mente quello che un tempo si definiva “indie rock”, senza inciampare in equivoci che tale etichetta oggi riesce ad evocare. Un tuffo in un passato recente, non la riproposizione in vitro di uno stile, piuttosto la rielaborazione accurata di suggestioni “pavementiane” a fedeltà più alta. Le dodici tracce in scaletta raramente raggiungono i 4′ di durata, costruiscono un disco asciutto, diretto, discretamente melodito seppur trasversale e sbilenco nello stile del Nostro. I Jicks sono sempre di più la band di Malkums, affrancatosi per forza di cose da un passato che potrebbe essere oggi molto ingombrante. Si disimpegna agevolmente e ci regala uno dei primi dischi degni di nota dell’anno appena iniziato. Tra mezze nostalgie rock e una lodevole attitudine melodica dietro qualche contorsione, il nuovo Malkmus tirato a lucido è una scommessa vinta in partenza.
Credit Foto: Samuel Gehrke