Per chi come il sottoscritto ama i Wilco sotto un profilo strettamente artistico ma anche sotto un profilo tecnico, sa bene che le parole Wilco, Galacticos, Dream Team, vanno a braccetto. Ogni singolo membro della band sprizza personalità e verve creativa da tutti i pori. Se poi a questo aggiungiamo i side-project (Loose Fur e Autumn Defense) ci rendiamo conto che siamo di fronte a dei veri mostri. John Stirratt e Pat Sansone,rispettivamente bassista e polistrumentista dei Wilco, nel poco tempo (davvero poco) libero senza Wilco, portano avanti il progetto Autumn Defense e le loro ispirazioni tratte da un passato sospeso tra l’Inghilterra e la California degli anni ’60-70.
“Fifth”, quinto capitolo presenta all’inizio del disco uno dei migliori brani dal titolo “None of this will matter”. Lennon e McCartney scriverebbero un pezzo del genere oggi con l’aiuto di Elliott Smith e la partecipazione di Alex Chilton. George Harrison scriverebbe “This thing that I’ve found”. Il gusto per la melodia la fa da padrone, la scelta impeccabile negli arrangiamenti e nelle melodie lasciano senza fiato . “I want you back” è una ballad malinconica di pregevole bellezza. “Calling your name” sembra uscita da “United” di Thomas Mars e soci. Il disco continua con il suo bel cantautorato pop e beat. Raffinate ed eleganti sono “Can’t love anyone else” e “August song”, la più Beatles di tutte. “Why don’t we” è la piccola perla di tutto il disco in perfetto stile Clientele, che Sansone conosce benissimo date le numerose collaborazioni con la band di Londra.
Strumento padrone di tutto il disco è la chitarra che con arguzia e intelligenza si incastra alla perfezione in ogni pezzo e completa la riuscita di un album che echeggia Crosby, Stills, Nash, Paul Simon, Harry Nilsson fino ad arrivare ai Belle and Sebastian per alcune scelte più contemporanee. Altro che side-project (vedi Dept. of Eagles), “Fifth” è davvero un disco che non può mancare in una discografia di qualità.
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