“In the Silence” è l’edizione in inglese di “Dà½rà° à dauà°aà¾ögn” (Gloria nel silenzio della morte), album d’esordio di àsgeir Trausti Einarsson, scritto insieme al padre e uscito a settembre del 2012 in Islanda, con un buon riscontro di critica e pubblico.
I testi sono stati tradotti da John Grant, già nell’isola per “Pale Greeen Ghosts”, amico del fratello àžorsteinn Einarsson che suona con il più famoso e forse unico gruppo reggae islandese.
“In the Silence” è da ottobre del 2013 online e ora nei negozi. E non ha nulla da aggiungere al suo fratello gemello.
La tracklist è la medesima, con la sola aggiunta di “Soothe This Pain”, ma i testi sono in una lingua più comprensibile. Più commerciabile.
Per chi si fosse perso “Dà½rà° à dauà°aà¾ögn” e volesse capire di cosa stiamo parlando: è una raccolta di canzoni pop con riferimenti principalmente a Bon Iver, Radical Face e Of Monsters and Men, che non si fa disprezzare e che avrebbe fatto un figurone nella colonna sonora di “The Secret Life of Walter Mitty”.
Da “In the Silence” apprendiamo che i testi ci parlano di speranza, di fede, di fughe e di ritorni, di battaglie e di animaletti e uccellini e torrenti. Quindi forse la suggestione del cantato originale ci poteva bastare.
Possiamo anche dire che il video di “King and Cross” è carino e che questo rimane il pezzo migliore nei due album siamesi sia per struttura sia per capacità di fissarsi in testa e di aggiungere qualcosa in più ad una scena troppo piatta.
Rimane il puzzo di un’operazione commerciale che non ci permette di gustare il prodotto finito, eccessivamente ben servito e omogenizzato da rendercelo indigesto.