Che tutta la scena italiana legata a sonorità emo (anche se forse sarebbe più giusto parlare di DIY, perchè è quello il minimo comune denominatore e non le coordinate musicali, sempre ampie e variabili) stia vivendo anni di grande creatività e relative soddisfazioni è oramai cosa nota; che due degli act più marginali e interessanti di tutto il movimento siano usciti entrambi con un nuovo lavoro a fine febbraio è invece una piacevole coincidenza. Non mi dilungherò su Havah, il progetto solista di Michele Camorani (già batterista in Raein e La Quiete): il ritorno dopo l’emozionante concept “Settimana” è qualcosa di forse addirittura superiore, se i testi son meno immediati, il suono si è fatto più stratificato, più eclettico e pure più (giustamente) ambizioso. Dopo “Settimana” non saprò mai essere oggettivo (o perlomeno lucido) parlando di Havah, lascio quindi a voi l’ascolto ed il giudizio su “Durante un Assedio”.
Voglio invece spendere qualche parola, positiva, sul nuovo ep firmato dai Nasov, duo (che è stato pure trio, agli inizi, e one man band) partito sotto l’egida della partenopea FalloDischi e giunto sotto il grigio cielo dell’algida Albione, a Londra dove ha registrato, tra le altre cose, anche questa nuova fatica.
Negli otto minuti di “A Minor Intolerance” (la brevità è sempre stata uno dei cardini della produzione dei Nasov) assistiamo ad un portentoso ritorno all’elettricità del primo omonimo ep, sussultiamo tra geometrie fugaziane e assaporiamo un’intensità che ricorda molto il grunge.
Non manca la consueta cover: la scelta questa volta è caduta su “Jesus, etc.” dei Wilco e la rilettura elettrica e grezza mantiene intatto il fascino cristallino della scrittura di Jeff Tweedy.
è inutile perdersi in troppi giri di parole, nella terminologia: i cinque pezzi di “A Minor Intolerance” vivono soprattutto di emozioni, quelle che i Nasov sanno cogliere e rappresentare vividamente.
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2. The Fluff
3. My Friend Got Bitten by a Donkey
4. A Minor Intolerance
5. Jesus, Etc.