E’ partito ieri (venerdì 28 marzo 2014) da Venezia il primo tour italiano di Laish progetto dietro il quale si nasconde il cantautore inglese Daniel Green. 8 date che attraverseranno l’Italia da Nord a Sud e che per la prima volta in assoluto dalle nostre parti ci offriranno la possibilità di gustare dal vivo quelle perle di rara bellezza folk-pop contenute in “Obituaries” ultimo e apprezzato lavoro a firma Laish.
Per l’occasione abbiamo chiesto a Daniel di compilarci un mixtape, il primo che pubblichiamo sulle nostre pagine (sicuramente non l’ultimo), infilando in rapida sequenza quei brani, artisti e band che in qualche modo hanno formato la sua sensibilità musicale e influenzato musica e suoni dei suoi Laish.
Insomma per dirla come lui stesso l’ha presentata: A collection of songs from albums that somehow changed everything.
Buon Ascolto!!!
“Laish inspiration mixtape for Italy”
(A collection of songs from albums that somehow changed everything)
by Daniel Green – Laish
Belle & Sebastian – If You’re Feeling Sinister
Elliott Smith – Ballad of Big Nothing.
The Delgados – Pull The Wires From the Wall
The Leisure Society – The Sleeper
Neil Young – Only Love Can Break Your Heart
Pavement – And Carrot Rope
Leonard Cohen – Is This What You Wanted
Dirty Projectors – Swing Lo Magellan
Sons of Noel and Adrian – Rise
The Velvet Underground – I’m Waiting for The Man
Herman Dune – When the Water Gets Cold and Freezes on the Lake
Grizzly Bear – Deep Blue Sea
Stereolab – Come and Play in the The Milky Night
Tortoise – Speakeasy
Laish – Warm the Wind
Belle & Sebastian – If You’re Feeling Sinister
(da “If You’re Feeling Sinister”, 1996)
Mio fratello partì per l’università e io ricordo che spesso lo andavo a trovare. Era il suo secondo anno e aveva questo disco che mi sembrava strano e innocente e al tempo stesso sofisticato e furbo. All’epoca ero indeciso se la sua voce mi piacesse o no. Ovviamente ora so che mi piace.
Elliott Smith – Ballad of Big Nothing
(da “Either/Or”, 1997)
La Domino Records non sbagliava un colpo a cavallo del secolo. E Elliot Smith ha lasciato il segno nel ‘lo-fi bedroom songwriting’.
The Delgados – Pull The Wires From the Wall
(da “Peloton”, 1998)
Questa band, scovata attraverso la label dei Mogwai, è una di quelle genuine e oscure scoperte che si fanno da teenager. Sono convinto che sia una band tutt’ora sottovalutata. Grande songwriting e arrangiamenti, una produzione mai pretenziosa. Sono convinto possiate trovare la loro influenza nella musica dei Laish.
The Leisure Society – The Sleeper
(da “The Sleeper”, 2009)
Loro sono miei amici fin dai primi tempi dell’etichetta Wilkommen e lo sono tutt’ora. Molte volte ho invaso il loro palco, con un ukulele in mano, alla fine di un live. Sanno veramente come creare un suono e come renderlo “‘lussureggiante’. E non smettono mai di scrivere. Nick Hemming mi dà speranza.
Neil Young – Only Love Can Break Your Heart
(da “After the Gold Rush”, 1970)
Ho conosciuto Neil Young a Parigi. Ero il batterista della band di Laura Marling che in quel periodo apriva i live per Young. Non ho abbastanza tempo e spazio per raccontarvi la storia di quell’incontro. Ci tornerò su un’altra volta.
Pavement – And Carrot Rope
(da “Terror Twilight”, 1999)
Si sono un indie-kid senza speranze. Ma adoro i Pavement.
Leonard Cohen – Is This What You Wanted
(da “New Skin for the Old Ceremony”, 1974)
Cohen è l’archetipo. Lui ha definito gli standard del songwriting, della voce, della chitarra, degli arrangiamenti, della produzione, della performance”… Perchè noi siamo ancora qui a preoccuparci?
Dirty Projectors – Swing Lo Magellan
(da “Swing Lo Magellan”, 2012)
Questa canzone è incredibilmente semplice e al tempo stesso suona così “‘minacciosamente’ bene. Questa band ha veramente tutto.
Sons of Noel and Adrian – Rise
(da “Your Tunnel That Connects My Arm To A God-Fearing Woman Who Lives In The Dark”, 2012)
Ho suonato la batteria per questa band per oltre 6 anni (sono io il batterista in questo brano), ne sono uscito per concentrarmi sui Laish. Mi mancano terribilmente, spero che un giorno ci sarà anche per noi un tour di reunion con l’originale line-up
The Velvet Underground – I’m Waiting for The Man
(da “The Velvet Underground & Nico”, 1967)
Questo album a volte mi sembra così traballante come se da un momento all’altro smettessero di suonare. Ma non è assolutamente così! Loro marciano. Vorrei essere così coraggioso.
Herman Dune – When the Water Gets Cold and Freezes on the Lake
(da “Giant”, 2006)
Questa la metto solo per il puro divertimento. Herman Dune mi ha fatto sempre sorridere.
Grizzly Bear – Deep Blue Sea
(da “Dark Was The Night”, 2009)
Ho registrato una versione di questa canzone. Questo brano ha qualcosa di magico. E poi sappiamo tutti che i Grizzly Bear sono incredibili.
Stereolab – Come and Play in the The Milky Night
(da “Cobra & Phases Group Play Voltage In The Milky Night”, 1999)
Credo che dovremmo rivalutare gli Stereolab. Lo penso da parecchio tempo. Quando ero un teenager ho sempre sognato di incontrare una donna che avesse capito gli Stereolab.
Tortoise – Speakeasy
(da “Standards”, 2001)
Per me i Tortoise rappresentano la scena post-rock che tanto significa per me in periodo tardo.-adolescenziale . L’idea di un rock senza parole era così affascinante, “Young Team” dei Mogwai ha cambiato ogni cosa. Ho impiegato parecchio tempo per tornare alle parole. In questo mi hanno aiutato Will Oldham e Bill Callahan.
Laish – Warm the Wind
(da “Obituaries”, 2003)
Ah, la mia canzone sulla frustazione sessuale. Speravo che questo brano diventasse una grande hit. Ovviamente non è mai accaduto, ma ho l’impressione di non essere mai stato vicino al “‘ritornello pop’ come in questo caso.
Daniel Green sarà in Italia per un tour organizzato da UNPLUGGED IN MONTI e INDIEFORBUNNIES
Mar 28 Verona at Rivamancina
Mar 29 Milan at Ohibò
Mar 30 Varese at Twiggy
Apr 1 Rome at Unplugged in Monti
Apr 2 Gioia del Colle at Circolo Lebowski
Apr 3 Foggia at Tolleranza Zero
Apr 4 Civitavecchia at Il Balaclava
Apr 5 Scafati at Circolo Culturale Tenax Ex Ferro 3