Non subisce interruzioni e non riposa mai. è la cinquantennale carriera dei Rolling Stones, muta eternamente, sorprende di continuo e quando si materializza davanti ai tuoi occhi profuma di meraviglia, di fresco e di gloria. Candeggiata da decenni di dischi e concerti, ricompare in circolo come linfa buona per nuovi riconoscimenti. Fornirle una spiegazione logica, rintracciarla nella passione, nella stima o nell’amore di milioni di persone in giro per il mondo quanto nelle centrifughe di gruppi musicali, stili e mode, alternatesi nel corso del tempo, rimane una sfida spettacolare e travolgente. Fan di tutte le età  si ingegnano a trovare spiegazioni ma dall’altra parte intere generazioni continuano a vivere per la rock’n’ roll band più famosa del mondo e sanno di non poterne farne a meno. Ma il fascino che riesce ad emanare la storia di questi quattro imperatori non è solo incomparabile. I Rolling Stones, di fatto, con le loro esplosive traiettorie esistenziali continuano a recitare un copione irresistibile.

Sono il mito sul quale il rock’n’roll edifica la sua opera, gli ultimi combattenti di strada. Ma non è ancora abbastanza, ed un mega show, tra le rovine di una città  imperiale, di una notte di mezza estate al Circo Massimo di Roma, è lo schiaffo necessario per rendersene conto, è la prova generale di quanto una band leggendaria riesca ancora a mettere in scena in modo compiuto.
Gli Stones appaiono sul palco come dovrebbero essere, con tutti i loro tic, i loro gesti abituali, i numeri di scena provati e riprovati, ma allo stesso tempo suonano come se fosse la loro prima volta. Non tutto è prevedibile, non tutto è scritto. Questo è straordinario.

C’è l’intero cast, come vuole l’inevitabile prescrizione, ma c’è molto di più. C’è la sensazione di rubare ed appartenere ad un pezzo di storia. Roma trema dal sound di una band cosi gasata. Partendo da Mick Jagger, incarnazione del patto con il diavolo. Il più grande performer della storia: canta, suona l’armonica, salta, corre, suda, balla, ringrazia e saluta in Italiano spargendo carisma e trascinando i suoi compagni come se avesse ingurgitato una fantomatica quanto ” reale ” linfa di eterna gioventù. Un fenomeno biologico. Quando sbuca sul palco in giacca dorata, afferra il riff immortale di “Jumpin’ Jack Flash”, ed è come se non restasse nulla della realtà . 70 mila persone di tutte le età , un gigantesco concerto, una fiammata di fuochi pirotecnici ed una tempesta di luci rosse accendono un palco imponente con tre grandi schermi che dominano uno scenario storico e meraviglioso. Tanto rock, incorniciato in tanta bellezza.

Alla sua sinistra fa capolino un ” vecchio ” ( cosi dicono ), un tale Keith Richards dal consueto atteggiamento da sciagurato del rock. Un uomo, una maschera, una sei corde, un carisma unico ed una bandana che sanno riassumere in riff eterni la furia del rock. Prende spazio e si abbandona alla sua maniera per cantare due pezzi “You got the silver” e “Can’t be see”. Il tempo del ritiro è ben lontano.
A tenere cucita la musica sul palco ci pensano comunque sia il giovanotto della band, Ron Wood, straordinario, che una sfinge british di nome Charlie Parker, indifferente a gran parte delle cose che gli accadono attorno ma consapevole di essere insostituibile.

Una macchina poderosa suggellata da un catalogo di super classici come “Start Me Up”, “Miss You”, “Honky Tonk Women”, una magica “Brown Sugar”, “Tumblin’ Dice” , una strepitosa “Gimme Shelter”, ” Let’s spend a night together”, “It’s only rock’n roll”, la ballad “Streets of love”, la più recente” Doom and gloom”, “Respectable”, scelta dal referendum fra il pubblico, dove si unisce alla band John Mayer (il cantautore americano che ha aperto con un suo set la serata), ” Miss you” , “Sympathy for the devil”, con Mick che scende negli inferi circondato da fumo, fiamme e luci rosse. Pazzesca.

Menzione d’onore per Mick Taylor che con la sua chitarra si fa apprezzare in una “Midnight Rambler” favolosa. Dieci minuti di musica suonata come Dio comanda.
C’è ancora il tempo per una doppia fiammata finale, luminosissima, carica di passione ed energia. Gli ultimi due monumenti in scaletta:” You Can’t Always Get What You Want ” e ” Satisfaction “. Come se sapessero bene che la città  eterna avrebbe reclamato degna di chiusura in una notte di magia. è il saluto degli Stones, è l’apoteosi, è la storia, è l’ammissione che esiste una realtà  che non può essere negata: la stessa realtà , lo stesso mondo, la stessa musica ma per sempre immortale.

Setlist
Jumping Jack Flash
Let’s spend the night together
It’s only rock and roll ( But I like it )
Tumbling Dice
Streets of Love
Doom & Gloom
Respectable (con John Mayer)
Out of control
Honky Tonk Women
You got the silver
Can’t be seen
Midnight Rambler
Miss You
Gimme Shelter
Start Me Up
Sympathy for the Devil
Brown Sugar

–encore–
You Can’t Always Get What You Want
( I can’t get no )Satisfaction

Credit Foto: SolarScott / CC BY