Caldo e “naturale” il debutto “La pulce nell’orecchio” di Marco Giorio in arte Mano, un altro poeta sonoro che si aggiunge alla schiera fittissima – fisicamente ““ dei cantautori last generation, ma dalla parte di quelli che dicono finalmente qualcosa e non per stare li a fare numero matematico per una stima di un qualcosa, la sua è una piccola autentica di autenticità che mette in moto un nuovo ascolto, una nuova materia concreta cui donare i propri orecchi.
Con un soffio stilistico che si apparenta tra le nebbie cristalline di Zampaglione e la volontà di abbassare i sogni a livello del cuore, Mano firma undici tracce di un pop intimo e cangiante che fa movimento delicato ed immaginario, un concepire la musica come una anticipazione del dentro tra un confidare e l’eleganza probabile di un’anima sbiancante, e le potenzialità ““ già dopo il secondo giro stereo – sono buone e schiette, senza tentennamenti e con molta, ma molta non apparente semplicità .
Per cercare la giusta e immediata traiettoria del piacere intercettate la frenesia latin di “Inquieto esotico”, la soffusa “I miei nuovi amici” o le onde immaginifiche della bella “Notturno al ralenti”, e sentire che come antipasto vi inizierà nno a strafare con il tasto repeat.
2. La mia vacanza
3. Cosa ne direbbe Freud
4. Inquieto esotico
5. Accademico però
6. Quel tono un pò da prof
7. I miei nuovi amici
8. La parlantina
9. Incerta, ad ostacoli
10. Grande provincia
11. Notturno al ralenti