Quello che stupisce ““ mettendosi sulla lunghezza d’onda dei padovani GramLines ““ è quel naturale approccio istintivo a una certa scrittura musicale figlia sì inconfutabile di sabbie e polveri stoner-grunge, ma libere dai legacci consueti, un mitigare la ruvidezza in favore di una cangiante forza elettrica indie che in questo loro secondo Ep “Coyote”, licenziato per la GoDown Records, si apre ad istinti e dolcezze amperiche da vivere fino in fondo.
Ep dai rifferama compiuti, un suono catchy dal forte impatto e un ascolto in cui le sospensioni emotive giocano alla grande; la tracklist di quattro brani non lascia trasparire nessuna ruvidezza gratuita, qualche tribalismo vocale e compressioni “Buckleyane The bone”, il boomering iniziale di “The thrill of a breakdown”, ma poi ha prendere il campo tematico è la psichedelia stratificata della “ballad The road” e l’affascinante autenticità di” The last of the villains”, un pezzo rock con le “ali” prog che sigla il registrato e rimanda al mittente, alias il tasto repeat, il dovere di rimettere dall’inizio e a palla questa piccola botta di vita amplificata e distorta.
Non servono tante parole o frasi per descrivere un gioiellino sonico: quattro tracce dal profilo estetico alto che tengono vivo l’orecchio sulle braci ardenti di una elettricità rock grondante di slanci evocativi e feeling a tonnellate. Lunga vita ai GramLines!
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2. The bone
3. The road
4. The last of the villains