Incredibilmente i Foxygen sono riusciti a sopravvivere alle litigate, ai tour cancellati, alle pause improvvise per ricaricare le pile della creatività e a sfornare un nuovo disco, facendosi aiutare da qualche amico fidato tra cui membri dei Flaming Lips, delle Bleached, di Of Montreal e White Fence e il regista e scrittore Carson Mell (avrebbero voluto anche Paul McCartney per fargli suonare la batteria, ma sarà per la prossima volta). Jonathan Rado e Sam France non si sono certo risparmiati, mettendo insieme ben ventiquattro (24!) canzoni in un doppio album. Cosa che, in un epoca di download estremi, dischi regalati e streaming libero è già un bell’atto di coraggio. “And Star Power” ha rivelato il ciarliero Jonathan Rado in un’intervista è una specie di concept album che inizia con noi, i Foxygen, che apriamo le danze e poi questa falsa punk band che abbiamo creato e chiamato Star Power si impossessa del disco e alla fine prendono completamente il controllo (e la recensione potrebbe tranquillamente finire qui, perchè ha detto tutto lui).
In realtà in “And Star Power” di dischi ce ne sono non due, ma quattro o cinque. E’ un divertente patchwork musicale che mette insieme alla rinfusa funky, psichedelia rock, pop e art pop senza soluzione di continuità . Un’opera omnia che poteva essere concepita solo dai Foxygen, con tanto di mini sinfonia a numerazione romana piazzata giusto in tempo per confondere le idee (“Star Power I, II, III, e IV”). Illogico per vocazione e per scelta, “And Star Power” sembra perdersi irrimediabilmente tra inni pacifisti (“Everyone Needs Love”), “Cosmic Vibrations” e good vibes come neanche i Polyphonic Spree, senza farsi mancare nulla. Neppure riferimenti più o meno velati a Led Zeppelin, Beatles e Rolling Stones (in “Brooklyn Police Station” e “Freedom II” con France, o forse è il suo alter ego punk a cui evidentemente piace il rock classico, che prima si crede John Lennon poi si mette di punto in bianco a fare il verso a “Sympathy For The Devil” e a cantare “Angie”). Il punk, nella personalissima concezione by France & Rado, ha più a che fare con il casino disorganizzato che con le spille da balia e le creste colorate a punta. E quando entrano in scena gli Star Power, più o meno da “Hot Summer” fino a “Talk”, il disco scivola lentamente in quella terra di nessuno, in quella landa colorata e desolata ma sempre interessante da visitare dove i Suicide incontrano i Flaming Lips, si sentono urla à la James Brown e le allucinazioni su “a million dead dogs in space” di “Cold Winter / Freedom” sono all’ordine del giorno.
“And Star Power” potrebbe essere il musical più sconclusionato del mondo. Un labirinto di schegge impazzite di radio FM e AM sparse nell’etere in cui, una volta entrati, serve il filo di Arianna per trovare l’uscita. E la domanda sui Foxygen, album dopo album, continua a sorgere spontanea: ci sono o ci fanno? Sono veramente così fuori? In ogni caso con “And Star Power” France & Rado dimostrano di poter suonare qualunque cosa gli passi per la testa (ma proprio qualunque). Non gli riesce sempre bene ma almeno ci provano (viva la libertà d’espressione).