Uscito lo scorso anno e colpevolmente in ritardo qui da noi (ultimo paese al mondo) “Guardiani della Galassia” avrebbero dovuto occupare un posto minore nella filmografia di casa Marvel all’interno di quella che è comunemente chiamata Fase 2 ed essere un semplice spartiacque tra l’ultimo serioso “Capitan America – The Winter Soldier” e l’attesissimo “Avengers: Age of Ultron” (in uscita ad aprile 2015) ed invece è divenuto campione d’incassi (700 milioni di dollari, terzo incasso di sempre per la Marvel dietro solo a “Iron Man 3” e “The Avengers”) e meravigliato la critica che lo considera il “miglior film della Marvel” fino ad ora.
Ma chi sono questi sconosciuti e fantomatici Guardiani? Ispirato da un vecchio fumetto anni 60 e rieditato in una nuova veste nel 2008 da Dan Abnott e Andy Lanning ormai divenuto di culto seppur poco popolare, i protagonisti sono ancor meno famosi e tutto fuorchè degli eroi. Quindi come si spiega il successo di questa saga? (sì, sarà una trilogia e il sequel è previsto per il 2017) Anzitutto la scelta contro corrente e coraggiosa di affidare le redini di questo giocattolino da milioni di dollari ad un regista quasi sconosciuto e sicuramente fuori dagli schemi come James Gunn, uscito della mitica Troma per la quale ha diretto Tromeo & Juliet e autore dell’anarchico e folle Super che si cimenta con un kolossal hollywoodiano inserendo la sua visione fanciullesca e nerd all’interno dei meccanismi mainstream in maniera egregia riuscendo della titanica impresa di condensare in due ore una space-saga complessa con tutto il suo armamentario di personaggi principali, comprimari, lingue, mondi e oggetti differenti alimentando un immaginario potente e pop davvero notevole che ha come unico riferimento antecedente la sacra saga spaziale di Lucas e il suo “Star Wars”.
Altra chiave di successo è il tono della pellicola che alterna in perfetto equilibrio l’action movie con la commedia, alchimia che rievoca pellicole anni 80 come “Beverly Hills Cop” e “Arma Letale”, un mix che funziona anche applicato al mondo fumettistico che rende indimenticabili i personaggi – alieni fuorilegge pieni di difetti e debolezze – con battute memorabili e idee che sono giù un cult (non alzatevi ovviamente dopo i titoli di coda) agevolato da un 3D finalmente all’altezza ed un cast di attori in ascesa o ancora sconosciuti (Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Lee Pace) che ben si fonda con le star comprimarie (Benicio Del Toro, Glenn Close, John C. Reilly e Vin Diesel), il tutto condito da una splendida colonna sonora che ripesca vecchie hit del passato.
Un blockbuster spassoso e non banale, che rievoca i fasti dei bei vecchi film di genere degli anni ottanta (qui spesso citati) che de-costruisce con ironia il mito del supereroe attuale e s’inserisce di diritto tra i migliori film dell’anno.