Ogni nuovo album è un nuovo testamento. è un testamento di onesto e semplice cantautorato: “tre accordi e la verità “. Sono canzoni ispirate ai fondamenti della musica americana””Gospel, Country, R&B. Raccogliere le canzoni di questo disco è stato molto appassionante, perchè sono quelle che parlano di più dei miei ricordi, di esperienze vissute, delle mie battaglie e delle mie vittorie. E ascoltare il disco prendere forma e vita è stato più emozionante di quanto immaginassi.
Nuovo album per quel mattacchione, genietto di Christoper Owens. E sono due i solisti. Da quando i Girls si sono dissolti nella polvere californiana, ho temuto il peggio per il biondino della Florida. Si era parlato di lui non tanto per il talento incredibile e i 3 disconi pubblicati con i Girls ma per tutto il resto. A droga, ambiguità sessuale, un’adolescenza a dir poco tramautica, io rispondo con Album, l’Ep “Broken Dreams Club” e “Father, Son, Holy Ghost”, 3 autentiche perle. Difficile eguagliarsi e ritrovare le altissime vette raggiunte, ma sono sicuro che a Christopher Owens non interessa nemmeno raggiungerle, quella è storia passata.
Si perchè con “A New Testament” Owens ha voluto metterci la sua faccia pulita e perennemente triste e sofferente. Così dopo il psych-folk di “Lysandre” ecco un nuovo capitolo, un nuovo modo di approcciare, un nuovo testamento. Il disco suonato con il team (musicisti e tecnici) con cui Owens ha realizzato l’ultimo con i Girls è apparso ben in forma e super amalgamato nel mescolare Gospel, Country, R&B, Rock’n Roll e Pop insieme. Ed è proprio per questo che il sound suona più Girls del precedente, particolare che apprezziamo tanto. Stesso discorso vale per i testi, sempre autobiografici, sulle battaglie perse, sui traumi e i ricordi. E’ si nota. Owens canta con un’intensità che veramente rimanda alle battaglie personali di una vita, la sua, mai stata facile. “It Comes back to You”, “Oh My love” (di cui Owens ne aveva già registrata una in una pseudo camera in una versione acustica tutta da sentire), “Overcoming” e la Wilchiana “I Just Can’t live Without You” sono le più intriganti e Girlsiane del capitolo. John Lennon, Elton John e Bob Dylan sono invitati in questo disco così come l’America Centrale e la sua radicata tradizione. Proprio per questa corporatura, i pezzi suonano come già sentiti, melodie già incontrate, tutto leggermente patinato.
Eppure il disco funziona, ti emoziona e alla voce di Owens non manca niente. Racconta la sofferenza sia frivola che devastante col fare che solo un Songwriter può.
Come a Lou Reed anche a Owens bastano tre accordi per raccontare, ricordare, sentirsi tristi.