Luca Impellizeri e Ivano Amata si sono scelti un nome decisamente altisonante, ma già  con questa prima testimonianza discografica si dimostrano ben intenzionati a tenergli fede: nei sei brani dell’ep i da Black Jezus (progetto interamente siciliano: il duo arriva dalla provincia di Enna, mentre l’etichetta 800A Records è palermitana) riescono nel compito, non facile, di suonare mai scontati, ma intensi e personali, pur ponendosi nell’affollato crocevia tra soul, folk e trip-hop.

Così “Don’t Mean a Thing” si muove tra delicatezze black che ricordano il primissimo Ben Harper o Sade all’alba del nuovo millennio, una grazia e un’intensità  degne del miglior Jeff Buckley (“Call You Mine”), panorami celtici (“I’ll Be Dry”) e delicate ma presenti ritmiche elettroniche.

Se buona parte del merito va certamente ascritto alla splendida voce di Impellizeri, il risultato non sarebbe altrettanto valido senza l’ottimo lavoro d’insieme, sempre in equilibrio tra modernità  e tradizione.