Dopo essersi incontrati e sposati in seguito a un turbine di passione, Eleanor e Connor non provano più lo stesso desiderio, lo stesso amore di una volta soprattutto dopo la morte del figlio appena nato e presto il rapporto assumerà i tratti della tragedia.
Entrambi provano a ricominciare una nuova vita, chi con lo studio chi con il lavoro, ma un pensiero li tormenta e li perseguita, il pensiero del partner.
Tra buffi pedinamenti e incontri pacificatori i due proveranno a ricucire un rapporto che sembrava distrutto.
In questa recensione verranno trattate due parti di “The Disappearance of Eleanor Rigby” ovvero “Him” e “Her”, il progetto “Eleanor Rigby” comprende anche “Them”, montaggio accorciato delle due parti elencate prima.
Il film verrà considerato come un lungometraggio unico di cui Him è la prima parte e Her la seconda, esattamente così come è stato presentato.
The Disappearance of Eleanor Rigby ha tutti i difetti e i pregi di un’opera prima diretta da un regista/sceneggiatore che si è tuffato con entusiasmo in un film forse anche troppo complesso come punto di partenza, perchè raccontare nei dettagli il rapporto tra due persone innamorate che vivono un momento complicato, senza scadere nella retorica o nel sentimentalismo, non è impresa facile.
L’idea di fare due film (un punto di vista per coniuge) e poi farli vedere insieme però è la scelta probabilmente più adatta per raccontare questa storia nella sua totalità .
Proprio da questa divisione si può trarre l’intuizione più importante, ovvero l’approccio differente che i nostri protagonisti hanno nell’affrontare la vita e che rende evidente un dualismo tra le due figure.
Dove Connor è istintivo, espansivo nell’esprimere i suoi sentimenti e cerca sempre e comunque un conforto nel collettivo di amici fidati, Eleanor è invece molto più contenuta in tutte le sue azioni e relazioni, salvo poi lasciarsi andare nei momenti più intimi con il partner.
Se Ned Benson è comunque riuscito a creare personaggi validi (compresi quelli secondari) non si può elogiare allo stesso modo il tipo di narrazione adottato e il ritmo impresso alla stessa.
La scelta di far accadere poco o nulla poteva aiutare a dare una sorta di realismo alle vicende ma qui invece ottiene un effetto troppo spesso soporifero che uccide totalmente il ritmo del film.
A fare da contraltare alle lacune di ritmo e sceneggiatura ci pensano i due protagonisti, grandiosi nel dare amore e disperazione ai loro Connor e Eleanor.
Se da una parte James McAvoy è ottimo nel palesare la disperazione per la perdita dell’amata con una serie di sfumature tra occhi e sorriso, dall’altra abbiamo una Jessica Chastain più minimale ma decisamente efficace in quella che sembra essere un’apatia solo esteriore.
The Disappearance of Eleanor Rigby risulta quindi un progetto interessante a cui mancano tante piccole cose per elevarsi a un livello superiore, ma che lascia al genere due ottimi personaggi interpretati da due grandi attori e un regista quantomeno interessante.