John Carpenter propone l’album d’esordio a 67 anni, tuttavia l’auto produzione quasi totale delle colonne sonore presenti nei propri film è stato un buon allenamento musicale. “Lost Themes”, con un titolo del genere la Sacred Bones non poteva rimanere muta, usa un’ampia gamma di synth scuri e divagazioni sul tema tramite Logic Pro.
Inutile ripetere la carriera del regista americano, continuamente impegnato in una messa in scena più o meno riuscita attorno al tema bene-male. Spesso la critica alla società capitalista moderna ha messo in discussione la realtà . Pesantemente influenzato da Howard Phillips Lovecraft, scrittore icona di un certo orrore cosmico, ha dato vita a capolavori sulla paranoia facendo riferimento ad antichissimi mostri antichi.
Qui si dovrebbe parlare di musica e allora il baffuto produttore apre le danze con “Vortex”. Piano che viene innestato in una dance tipica delle festicciole dark al liceo, quelle dove gli emarginati nelle ore di autogestione potevano mettere i loro dischi.
Se “Mistery” continua sullo stesso stantio tema, “Abyss” alza il livello facendo entrare scalate lunari che ghiacciano il sangue senza perdere il calore di un fuoco sempre pronto a divampare. Il sintetizzatore accompagna tra le lande desolate di “Wraith” – uno tra i pezzi più riusciti – dove finalmente un senso di liberazione lambisce il tormento. Non richiamiamo Klaus Schulze per rispetto, ma lo sperimentalismo presente porta ad un certo kraut-rock sperimentale. Chiude tutto “Night”, riesumazione postuma di un pulsante arrangiamento plastificato e bruciato lentamente per resistere al freddo della notte.
A Brooklyn, tra i muri della Sacred Bones, hanno fatto le cose in grande e nella versione deluxe sono presenti remix di Zola Jesus, Blanck Mass e Silent Servant.
Tuttavia il dispiegamento di forze pare esagerato per un prodotto che musicalmente lascia aperti tanti interrogativi.
Siamo sicuri di voler andare ad una festa del genere? Non era meglio continuare a raggiungere il cinema più vicino? Qualche brillante regista si sentirà ispirato da tali suoni?
L’amalgama regista di rilievo ed etichetta culto non è sinonimo naturale di qualità , non avete ancora capito che la pianificazione spesso funziona male?