Un vero tuffo negli anni 70,s quello che fa riferimento temporale nella musica dei veronesi The Shape, qui col nuovo disco Lonely Crowd, e che, del resto, è orgoglio e gloria per una formazione che si fatica a definire “italiana” per la quasi perfezione “americana” che si porta dietro, forse una naturale predisposizione a vivere la musica d’oltre Oceano fin dentro le vene, ma che comunque “confonde” a dovere l’ascoltatore fino a trarlo in inganno.
Una tracklist che arriva direttamente al cuore e all’orecchio, dieci brani variegati che dell’armonia e dell’elettricità distorta ne fanno uso continuamente, uno sguardo rivolto negli anni dello splendore rock e una strisciata al passo coi tempi moderni, tanto da esprimere contemporaneamente una indelebile sensazione di “bontà canaglia” e che porta avanti una idealistica purezza di sogni, echi e ritmi indomabili.
Led Zeppelin “The swan”, “Ancient woman”, lontanissimi Byrds “Sunshine”, echi alla Wilco “Brothers”, “Old black river” possono essere le credenziali istintive di un disco che si collega immediatamente con una illuminante malinconia positiva, ed è un album che alla fine svanisce come un arcobaleno tranciato dalla luce e non ti rimane altro che premere il tasto e riascoltarlo, ancora, ancora ed ancora.