Suoni “speed punk” e melodie jungle/pop stralunate stranamente riescono a convivere ““ anzi di più ““ si sposano magnificamente nelle intenzioni soniche degli inglesi Joanna Gruesom, e quello che si va a trovare tra i solchi di “Peanut Butter” (il nuovo album) è un’isteria carina e persuasiva, una fretta infuocata e quasi “innocente” che cerca di infinocchiare con una finta leggerezza contestuale, mentre sotto sotto cova una potenza tecnica e stilistica vincente, un vulcano tutto da pogare selvaggiamente.
La band di Cardiff affetta gli ascolti in maniera decisa e diretta, un fuoco di fila elettrico che non infila mai luoghi comuni o perlomeno cari al poppyes scalmanato, ma una coraggiosa trafila di brani, timbri, escalation di calibri e potenziali hooks che tanto hanno fatto innamorare Mr. Fantastic Malkmus che li volle addirittura – nel 2014 ““ come spalla per il suo tour mondiale. Riconoscibilissimi anche simpatie twee “Psykick espionage”, la cover di un brano dei lontani Black Terror “Separate bedrooms”, che insieme a bordatine indie “Jamie (Luvver)”, fustigazioni punk “Honestly do wrost” e ballate uggiose “Crayon”, aiutano tutto il resto a conquistare l’attenzione ““ già alta ““ verso questi 5 “outsiders” della nuova scena underground di Terra d’Albione.
Certo l’influenza di certi Vaselines qualcosa segna, ma lasciatevi intontire da questa centrifuga col jack, fatevi investire da questa trascinante masnada di ritmi incessanti, ne vale veramente la pena.