Trascorrere buona parte dell’estate a vedere l’ultima stagione di Justified, western contemporaneo pieno di redneck ambientato nella provincia americana più torbida, oppure a rivedere gli ultimi episodi di Sons Of Anarchy, mi ha lasciato quel retrogusto malinconico di polvere, sudore e pallottole che solo la voce di Ben Nichols dei Lucero e pochi altri disegna in musica. Mi capita tra le mani il loro nuovo lavoro e l’unica cosa che mi riesce per un giorno intero è farlo girare continuamente nel lettore. Una folgorazione in parte inaspettata, visto che gli ultimi dischi mi erano piaciuti con una certa moderazione a causa di tonalità troppo “piene” per quanto ruvide e sincere come una bistecca al sangue. Era diventato un affare da pub colmo oltre misura, con i bagni che puzzano di piscio e l’aria irrespirabile.
“Alla A Man Should Do” è di una sincerità quasi imbarazzante; senza giocare a nascondersi, già nella prima mezza manciata di brani rivela tutte le proprie carte. Southern rock melodico dalla voce rauca, tra mezze malinconie, promesse spezzate sull’uscio di casa, i soliti tramonti pittorici e qualche vecchia decappottabile che solitaria taglia il deserto. Talvolta l’impianto classico di chitarre, basso, batteria e piano, viene arricchito da fiati mai soverchianti per dare continuità stilistica al proprio percorso. Allo stesso tempo questo disco è una piccola svolta, o retromarcia per l’attitudine alla ballata che richiama gli esordi della band. Le soluzioni adottate, quindi, risultano dosate ed equidistanti siadai primi che dagli ultimi lavori. Un percorso coerente, fatto di elementi semplici che non hanno bisogno di nessuna interpretazione. Un lavoro rassicurante che non ha la pretesa di stravolgere i canoni in cui si muove, eppure si ritaglia uno spazio preponderante negli ascolti di queste settimane. E a testa bassa finirà probabilmente nella top 10 di fine anno del sottoscritto. I Lucero sono il miglior western in musica che riesca a ricordare negli ultimi anni.