Dietro il nome Lusts si nascondono Andy e James Stone, due fratelli che dopo un viaggio a Parigi hanno deciso di creare una band. Tornati nella casa dei loro genitori a Leicester, con una copia in lingua francese di “Illuminations”, capolavoro del poeta maledetto Arthur Rimbaud, si sono messi subito a lavoro, facendosi trasportare dalle tante, eccessive illuminazioni che questo viaggio aveva lasciato in loro.
In storie simili, ovvero quando si parla debutti musicali, la prima sala prove diventa la propria stanza da letto; come nel nostro caso, questo studio casalingo, era ricco di fonti d’ispirazione – forse troppe – a partire dai film che questo duo ha visto e rivisto in quel periodo, come: “Lost In Translation”, “Mulholland Drive” o “Giochi Pericolosi”. Queste visioni celluloidi hanno caratterizzato fortemente il suono di Illuminations, doveroso tributo al concepimento della storia dei Lusts, dove l’aggressività del Post-Punk viene calmata da suoni elettronici e tendenti allo shoegaze. Questi apparenti contrasti di genere danno vita a dodici tracce, forse troppo pop, come “Temptation”, brano dal caratteristico stile popular ’80. “Sometimes” e “Bad Weekend” contengono una ritmica leggermente più serrata, quasi incoraggiante, mentre il singolo promozionale, “Waves”, non è efficace e convincente come lo dovrebbe essere.
Il debutto dei Lusts è un lavoro presuntuoso, dove non si ascolta nulla di nuovo o davvero interessante, ma solo dell’appena sufficiente Pop-wave, che splende più per i tanti citazionismi che di luce propria.