30 Settembre 2015
Ho conosciuto Ed Askew per puro caso: ad un live a Napoli, città insolita per un cantautore Psych- folk che ha vissuto nel fiore dell’età l’epoca della controcultura americana e il successivo tramonto della cultura hippie. Eppure proprio a Napoli, nel suggestivo scenario del Riot Studio, ho ascoltato il concerto di Ed Askew, 74 anni suonati, uomo a modo, garbato, timido, introverso ma con un repertorio fatto di canzoni di spessore con melodie incredibili. Canzoni naif, sbilenche, coheniane, Loureddiane, psichedeliche ma anche elegantemente romantiche , crepuscolari con un respiro emotivo incredibile. E’ stato un concerto bellissimo,sincero. Un viaggio indietro nel tempo, oltre Bob Dylan, Neil Young, David Bowie e Lou Reed. Daniel Johnston 20 anni prima. Nella scaletta presentata a Napoli, diversi i brani presenti nel suo fu disco d’esordio “Ask The Unicorn” del 1968. Una vera rarità che oggi grazie all’etichetta Tin Angel sta rivedendo la luce. Brani come “Ask the Unicorn”, “Fancy That”, “Peter and David”, “Love is Everyone”, sono delle autentiche perle.
I suoi live oggi presentano un trio chitarra, piano voce e armonica e rispecchiano gli ultimi dischi pubblicato dall’artista americano. “Ask the Unicorn” è tutt’altra storia. Disco scarno, un one man guitar minimale, efficace, scanzonato, improvviso. Un disco che racconta l’impegno militare abbandonato, la pittura vera compagna di Ed Askew. Poi è arrivato l’insegnamento e il trasferimento a New York e l’incontro con Bernard Stolman di ESP Disco che s’interessa delle sue canzoni. Poi tanto silenzio, lontananza dalle scene, lo scarso successo e infine la riscoperta. Qualcosa di simile è successo a Bill Fay.
Non si finisce mai di scoprire, di conoscere. A volte è la casualità , pura è semplice successione di eventi non premeditati nonchè figlia dell’incontrastata potenza delle canzoni. Vi lascerete conquistare da tutto questo