Al terzo disco la bolognese Susanna La Polla, meglio nota con il nome d’arte Suz, si conferma una delle voci femminili più interessanti del panorama underground italiano: forte di numerose esperienze precedenti alla carriera solista (un’avventura in cui non sono mancati gli aiuti di tanti colleghi conosciuti nel corso degli anni: su tutti il bassista Alessio Argenteri, attivo ultimamente con l’alias Blackjob) Suz si pone, con questo “Laceworks”, al confine tra cantautorato ed elettronica.
è infatti una dimensione più tradizionale (sottolineata dai numerosi interventi del pianoforte) a caratterizzare il nuovo lavoro rispetto ai già ottimi precedenti.
Così, nei dieci brani per quasi quaranta minuti di “Laceworks”, ci si muove delicatamente tra partiture elettroacustiche degne dei migliori Lamb, tra i ricordi giamaicani e bass-oriented di innumerevoli collaborazioni passate (dal già citato Blackjob allo storico cantante raggamuffin Papa Ricky) in un viaggio che si fa sempre più scuro e sempre meno pacificato.
A tratti impervio, a tratti più morbido e confortante, “Laceworks” è il giusto e meritato approdo della maturità di Suz, un’artista di cui dovremmo andare tutti assai orgogliosi.