Ha superato una montagna di problemi personali, riaggiustato la sua anima e rigenerato le proprie convinzioni artistiche insomma si è ripreso la vita. Ed eccolo qui con un nuovo disco dopo ben quindici anni di “vago”; Martin Phillips e i suoi The Chills tornano alla grande con “Silver Bullets”, quinto disco di carriera, undici brani di indie pop ad alto tasso melodico, una sfilza di musica molto personale in cui la band neozelandese da il meglio di sè, aguzzando liricamente la vista sulle problematiche ambientali globali e musicalmente una bella congettura di chitarre sobrie e atmosferiche, organi e riverberi in contraltare a colori timbrici che bazzicano un chiaroscuro pregevole.
Certamente il disco della rinascita, dopo aver rappresentato per anni l’underground internazionale targato 80,s, disco di una nuova avventura che – abbandonate le vesti “innocenti” di una giovinezza equilibrista ““ ora le direttrici della formazione di Dunedin si allineano ad un psich-folk molto personale anche se le toccate e fuga verso lidi REM, Paysley sound e lontani Byrds si toccano “con orecchio” ma che comunque non vanno ad inficiare l’ascolto totale dell’opera, anzi.
Armonie vocali, melodie jingle jiangle ed equilibri vaporosi fanno bella mostra di sè, la multistrato “Warm waveform”, i citati REM “Silver bullets”, “Underwater wastland”, “America says hello”, “Molten gold”, gli otto minuti rarefatti di “Pyramid/When the poor can reach the moon” e la ballata ventilata di “Aurora” corona sono la somma parziale di un disco e di una band che arrivano per rimettere le cose a posto, e lo fanno più che bene!
Photo Credit: Scott Muir