“S.P.A.C.E.” è il quinto album in studio di una delle realtà più intriganti del panorama italiano, classificabile senza dubbio come “supergruppo”: i Calibro 35.
Super non solo la carriera giovane ma succosa, e per i tanti live in Italia e all’estero, ma anche per il gran numero di progetti in cui i membri della band sono impegnati.
Uscito per Record Kicks, e registrato al Toe Rag Studio di Londra su un banco ad 8 piste e con equipaggiamento rigorosamente vintage, il disco dimostra che i Calibro 35, dopo essersi confermati viaggiatori nel tempo con il loro stile musicale che si rifà al cinema poliziottesco italiano degli anni 60 e 70, sono capaci di viaggiare non solo nel tempo ma anche nello spazio. Non c’era titolo più adatto, quindi, di S.P.A.C.E.
Rimane evidente il gusto per il noir, ma per la prima volta i Calibro 35 si spostano un po’ dalle sparatorie e dagli inseguimenti per spaziare appunto nel campo della fantascienza.
Quindi ci si arma di cuffie e si approda al 1966, l’anno in cui è ambientato il disco.
L’immaginario spaziale si sente, ma non è invadente.
I temi musicali non sono poi così diversi da quelli che i Calibro 35 ci hanno già fatto ascoltare nei lavori precedenti, ma il concept dell’album emerge da alcune tracce strategiche, nonchè da una grafica che lascia poco spazio alla libera interpretazione.
Già dall’apertura con “74 Days After Landing”, tipica introduzione da film di fantascienza degli anni ’60, riscontriamo che l’atterraggio non è nella Milano della malavita, ma su Marte. Anche altre tracce come “Serenade For A Satellite”, o l’intermezzo umoristico di “Brain Trap”, portano le atmosfere in un immaginario certamente meno metropolitano dei dischi prodotti sinora.
Insomma, qualcuno potrebbe sostenere che Enrico Gabrielli, Massimo Martellotta, Luca Cavina e Massimo Rondanini abbiano tolto i passamontagna per indossare i caschi da astronauta, mentre invece il passamontagna c’è ancora, è soltanto nascosto sotto i caschi ermetici dei primi viaggi interplanetari. Con “S.P.A.C.E.” i Calibro 35 si rinnovano parzialmente, rimanendo sempre fedeli a se stessi, con brani come “Universe Of 10 Dimensions” e con il ritorno agli inseguimenti di poliziottesca memoria in “Bandits On Mars”, dal titolo davvero poco equivocabile, o in “Thrust Force” e “Violent Venus”.
Infine, come sempre, una produzione attenta a ogni minimo particolare, fa di “S.P.A.C.E.” la colonna sonora ideale del film di fantascienza dei Calibro 35. Un’ Odissea nello spazio diretta da Carlo Lizzani? Sì, forse.