Se nei suoi 10 anni di vita non avete ancora ascoltato quest’album, fatelo adesso. Sono convinta che in qualche modo lo sentirete familiare, che vi ricorderà  un episodio del passato o che vi sembrerà  di conoscerne già  qualche traccia. Ci sono i sample – come “Black”  dei Pearl Jam in  “Behind the Bushes”  – ma non è questo il punto. Il fatto è che per come è stato pensato e realizzato  Silent Shout  è già  un giovane classico dell’elettronica dark. E in senso lato è un album tribale, che dà  voce a una visione della vita con modalità  da rituale collettivo. Una specie di concept il cui suono, nella combinazione di bassi e distorsioni, crea un effetto quasi onomatopeico.

La sfera della collettività  è presente fin dagli esordi dei Knife, nei testi che parlano di politica e affrontano problematiche sociali spinose.  “Silent Shout”  fa riferimento ancora a questioni scottanti ma fa un affondo verso una materia che diventa impalpabile, come se i due fratelli svedesi Karin Dreijer Andersson e Olof Dreijer ci stessero accompagnando negli abissi dell’anima. Sull’onda della drum machine andiamo a sbattere contro una barriera emotiva insondabile che può esprimersi solo attraverso una dimensione onirica e straniante. L’uomo è contraddittorio, doppio e fragile (I Know now fragility, attacca la title track)  e non sarà  un caso se i Knife in pubblico si mostrano, quando si mostrano, solo mascherati. Tutto l’album è in bilico tra artificio e realtà , sono le loro stesse voci fredde e metalliche a confonderci. Uomo o donna? La sensazione è che la verità  sia nel non detto dell’urlo silenzioso.

A distanza di quasi dieci anni dall’uscita di quest’album ho assistito finalmente un concerto dei Knife in un contesto d’eccezione oltreoceano. Mi è sembrato di toccare con mano lo straniamento di cui si parlava. La sala gremita, una folla di personaggi così diversi tra loro, alcuni patinati, qualche frichettone, un’atmosfera da post-qualcosa – che ormai stiamo esaurendo le definizioni – e tutti, credo, un po’ alienati. Forse non sono stata l’unica a chiedermi: che ci faccio qui? Poi però la musica è partita e il pubblico ha iniziato a scatenarsi come in un magma, persi e ritrovati in un’unica, circense trance collettiva.

The Knife ““ “Silent Shout”
Data di pubblicazione:
17 Febbraio 2006
Registrato: March 2004 ““ November 2005
Tracce: 31
Lunghezza: 48:36
Etichetta: Rabid

Tracklist:
1. Silent Shout 4:53
2. Neverland 3:38
3. The Captain 6:08
4. We Share Our Mothers’ Health 4:11
5. Na Na Na 2:27
6. Marble House 5:18
7. Like a Pen 6:13
8. From Off to On 3:58
9. Forest Families 4:08
10. One Hit 4:27
11. Still Light 3:15

Ascolta per intero “Silent Shout”: