Attesa dal 2012 di “Unapologetic”, Rihanna si conferma personaggio unico nel music-biz mondiale: dagli esordi in cui si proponeva come novella starlette per un pubblico generalista e poco esigente, ha pian piano mosso i suoi passi verso una maggiore credibilità , sfruttando maliziosamente i migliori producer sul mercato, le proprie doti estetiche e gli atteggiamenti provocanti e ribelli.
Forse era una metamorfosi apparente, basata più sull’innegabile fascino e sulla studiata rappresentazione di se stessa che sulla musica, sì valida, ma ancora incapace di scollarsi completamente da un piacevole e prevedibile r’n’b da classifica: questo fino ad oggi, perchè il nuovo “ANTI”, uscito a sorpresa lo scorso 28 gennaio in free-download per le prime ventiquattro ore, ci consegna un’artista finalmente matura, che non ha più bisogno del singolone per mascherare la fatica di reggere un intero album.
Infatti “ANTI” non ha alcuna hit, ma amalgama tramite un mood torbido e tormentato (blues nel vero senso della parola) le influenze più eclettiche: l’iniziale “Consideration” in coppia con la talentuosa collega SZA nel ritornello dice “When I look outside my window I can’t get no peace of mind”, “Same Ol’ Mistake” è un cover dei Tame Impala e prende la psichedelia del gruppo americano e la immerge in nebbie soul-step, il singolo “Work” con il featuring di Drake rispolvera il patois degli esordi, mentre “Love On the Brain” è un instant-classic soul.
Oltreoceano in molti non hanno apprezzato questa svolta di Rihanna, preferendola nei tormentoni prodotti da Calvin Harris: eppure “ANTI” regge agli ascolti e si svela progressivamente in tutta la sua autorevolezza.