Conor O’ Brien è uno che le canzoni le ha sempre sapute scrivere, costellando il proprio percorso di soluzioni diverse, disegnando traiettorie pop più strutturate e piccole deviazioni sintetiche fino ad approdare alle soluzioni acustiche del precedente “Darling Arithmetic”, uscito la scorsa primavera. Decide quindi di fare un sunto della propria carriera fino ad oggi con una raccolta di canzoni riarrangiate dal vivo per l’occorrenza. Non un live, sia chiaro, ma una destrutturazione in chiave acustica e diretta di alcuni brani, dodici per la precisione, che sembrano calzare questo nuovo vestito con naturalezza e eleganza.
Quello che “Where Are You Been All My Life” suggerisce è che forse sia questo l’abito più adatto alle peculiarità di una scrittura fino ad oggi dai colori sgargianti e dal cuore romantico. A prevalere sono le tonalità tenui, gocce di malinconia, una struttura regolare e diretta al cuore della composizione. Qualcuno potrebbe obiettare sull’utilità di un lavoro del genere, dove il peccato di autoindulgenza è dietro l’angolo e il pericolo di “cantarsi addosso” è molto alto. Invece le dodici tracce convincono sino allo spirare dell’ultima nota in scaletta e ci consegnano un artista maturo che ha saputo reinventarsi, seppur senza sconvolgimenti di sorta, disco dopo disco. Il difficile arriverà adesso, con un futuro dove sarà impresa ardua trovare altre deviazioni sul tema. Da uno che sa scrivere con naturalezza belle canzoni, pur non arrivando mai a qualcosa di più alto, è lecito aspettarsi sempre qualcosa di buono.