Il precedente Nowhere Tammensaari aveva aperto “le danze” del progetto musicale, della creatura del musicista olandese Thjis Krujken alias I Am Oak, e ce lo aveva fatto conoscere come un poeta di “altimetria garantita”, di un artista intimo e profondo, poi un silenzio artistico, d’un tratto rieccolo apparire dal niente come a suggellare un estetica che non è sciamata, infatti il nuovo Our blood conferma la forma smagliante dell’artista, di questa sincerità grigia che gioca con un alt- folk dreaming personalissimo, a tu x tu con la solitudine.
Certo il songwriting di “IMO” è un’incessante scavare dentro, quasi un pentecostale stato visionario che arrotola storie, pensieri, forti disillusioni e immense riflessioni sulla vita e la propria dimensione umana, dodici tracce che scorrono lente come una giornata invernale aspettando quel raggio di sole che mai – la momento ““ arriverà , ma d’altro canto una scrittura che affascina per la semplice traiettoria spartana, niente orpelli se non una chitarra e poco altro, anzi, proprio niente a girare e (ri)girare una personalità dolcemente ombrosa.
Da testare l’amaro subliminale di “Omen”, “Volcano”, “Shallow end”, il buio interiore condensato in “Woven in” o respirare le spirali elettroniche, sintetiche che rilascia “Your blood”, e la gradevolezza di un lavoro lunare s’impossesserà di tutto.