Primo ascolto: Frankie Cosmos, al secolo Greta Simone Kline, è tornata con un nuovo album ad ampliare una (nonostante la giovane età ) già non più scarna collezione. “Next Thing” è un album scorrevole, dalla durata complessiva di circa mezz’ora, con pezzi dal minutaggio contenuto che scivolano veloci, seppur senza sostanziali variazioni. La combinazione di voce e strumentazione funziona bene, anche se la parte vocale ha sempre il ruolo protagonista e sembra solo poggiare sulla base strumentale. Almeno apparentemente, l’insieme sa di primavera e leggerezza, andando a tracciare un’atmosfera da colonna sonora per film tipo Juno o 500 Days of Summer (con tutti i pro e contro del caso). Canzoni per situazioni da sorrisi idioti con il sole negli occhi.
Secondo ascolto: un po’ si era già inteso ascoltando anche solo distrattamente le parole dei testi, ma qualcosa è molto meno felice e sognante di quanto potrebbe sembrare. Frankie Cosmos canta un amore che è (già /quasi) finito o non è (più) come dovrebbe essere; parla, per lo più, rivolgendosi direttamente a un “tu” che non è più accanto a lei, fisicamente o meno, o è potenzialmente un idiota (o entrambe le cose). Tutto sempre con la semplicità e l’immediatezza del punto di vista di una ragazza poco più che ventenne, in preda alla necessità urgente di dire ciò che pensa e che prova. Il risultato è piacevolmente privo di artifici (ma anche di colpi di genio), nel complesso apprezzabile, anche se l’impressione è quella non troppo gioiosa di una (maledetta) primavera andata (a) male.
Album da ascoltare in un pomeriggio di sole, lasciandosi abbracciare dalla nostalgia del “cosa sarebbe successo se”, ma provando anche a dare il giusto peso a ogni cosa.
Credit Foto: Jackie Lee Young