Il secondo album dei Lumineers, dopo l’esordio omonimo del 2012, ricorda tanto un giro in macchina con marce basse e finestrini abbassati. “Cleopatra” sembra fatto apposta per il periodo dell’anno che va dalla maglietta lunga e leggera alla canottiera colorata e poi di nuovo alla maglietta lunga e leggera.
Grazie ai ritmi soft ma incalzanti del buon indie folk rodato che ormai conosciamo bene (chi non ha mai canticchiato “Ho Hey” o “Submarines” probabilmente vive su Plutone), il gruppo non si smentisce e rassicura fan e simpatizzanti per il prossimo tour. Le undici tracce scorrono infatti prevalentemente senza intoppi, ma quelle che giocano meglio a ping pong coi motivetti restano “Ophelia”, “Cleopatra” e “Angela”; senza dubbio una bella squadra.
Il punto dei Lumineers è che da loro ti aspetti esattamente quello che danno, quindi non deludono. Da quanti anni mangi la pizza? è mai riuscita a stufarti, nonostante il menu sia sempre più o meno uguale? Per Schultz e compagni è lo stesso, sebbene le coordinate siano ben distanti da mozzarelle, olio d’oliva e forni a legna. Insomma, se hai approfittato del brutto tempo per scampare al cambio di stagione, rassegnati, è arrivato il momento, ma almeno adesso sai quale album scegliere per non inveire contro maglioni e giacche imbottite e per spianare qualche ruga d’espressione fino a settembre.