Sean Lennon (il rampollo di John e Yoko Ono) e il bassista dei Primus Les Claypool si sono guardati negli occhi, si sono sentiti suonare a turno, si sono piaciuti ed è scoccata la scintilla della creatività psichedelica, dopodichè imbastire questo buon esordio, “The monolith of phobos”, sotto il moniker The Claypool Lennon Delirium, è stato un gioco da ragazzi, unendo due caratterialità estetiche di musica e sperimentazione di tale fatta che cosa ne doveva venire fuori se non un piccolo capolavoro “alieno” sotto tutti i punti di vista?
Undici brani “spappolati” che fondono appunto psichedelica, invenzioni, esperimenti e larsen a profusione, cantautorato e rock schizoide in un connubio più che stravagante, dove i due artisti spaziano anarchicamente da un timbro all’altro come jolly saltimbanchi genuini, senza impostazione o calcolo.
Due stili che magicamente interagiscono e si completano a vicenda, arrivando anche a ricamare una certa traiettoria progressive che raggiunge il suo scopo primario, ovvero quello di “confondere” l’ascoltatore in un parallelo vorticoso di sensazioni astrusamente pregevoli. Tra i tanti l’epilessia 70,s ritmica di “Mr.Wright”, il basso pazzoide di Claypool “Breath of Salesman”, lo spacey rock dagli odori mediterranei “Captain Lariat” e la ballad field che ricorda molto il Lennon padre “Bubble burst”, poi il resto trasporta “oltre”.