Non sono gemelle e neppure sorelle. Nemmeno parenti. Rosa Walton e Jenny Hollingworth, una sedicenne e una diciassettenne, semplicemente si somigliano fisicamente e su questa somiglianza amano giocare a volontà . Sono loro le Let’s Eat Grandma (per amor di brevità LEG). Due teenager di Norwich che suonano un po’ di tutto: all’inizio si limitavano a banjo e chitarre ora preferiscono sintetizzatori e tastiere ma non disdegnano batteria e sassofono. Però se vi aspettate teddy bear e cioccolatini o poesiole d’amore siete fuori strada. Queste signorine sembrano uscite da un horror giapponese di quelli cupi, inquietanti. Spiazzano. Parlano di cose normalissime in modi così strani che se ti capitano a portata d’orecchio te le ricordi. Orecchiabili come una ciliegina avvelenata.
Musicalmente “I, Gemini” gioca col pop e la psichedelia in modo gioiosamente ribelle e pure un po’ anarchico. Eccola la parola chiave: gioco. Perchè Rosa e Jenny fondamentalmente si divertono senza grandi problemi nè tante discussioni. Fanno quello che gli passa per la testa e basta, con la naturalezza tipica di chi non ha ancora nulla da perdere. Mettono insieme di tutto: vocette distorte stile cartoon, favole, testi scolastici, filastrocche, graffiti, torte al cioccolato, carillon, scimpanzè, una Raperonzolo 2.0 che scappa di casa, battimani e giochi di parole con la massima nonchalance. Creando un mondo gotico che ricorda la creatività di certi album delle Cocorosie o delle Cibo Matto con un pizzico d’atmosfera a completare il quadro. Stile progressive weirdness o psychedelic sludge pop come a Rosa e Jenny piace chiamarlo e forse cosa vuol dire non lo sanno neppure loro (adorano prendere in giro la mania di etichettare tutto del mondo musicale).
C’è chi al liceo ha il terrore di essere diverso, le LEG non chiedono altro. Scherzano, prendono in giro, ma di talento ce n’è e si sente. “I, Gemini” cambia anima e colore come un caleidoscopio. Non è un album adolescenziale e neppure pop semplice e scontato. Insomma, abbiamo trovato altre due ragazzine terribili della stessa generazione di Lorde e di Bridie Monds-Watson (per gli amici e in arte SOAK). Let’s Eat Grandma potrebbero essere per lo psych pop quello che le Haim sono state per il rock al femminile: una ventata di aria fresca. Se poi sarà un uragano o solo una brezza passeggera che soffia forte ce lo dirà il tempo.
Credit Foto: Charlotte Pattmore