Tra le novità sull’ondata alternative di questa prima metà di 2016 c’è anche il trio scozzese PAWS. Phillip Taylor (chitarra e voce), Josh Swinnen (batteria), e Ryan Drever (basso) tornano con un nuovo LP ancora sotto FatCat Records. “No Grace” è il titolo di quest’ultimo lavoro in studio, il terzo dopo i precedenti datati 2012 e 2014.
Nudo e crudo, questo capitolo discografico si concretizza in 10 tracce per un totale di 26 minuti spediti, prodotti da Mark Hoppus (ex Blink-182) e suonati senza soste, con ritmiche particolarmente veloci. Lo stile indie-centrico assunto dai tre è maturo e consistente nel percorso di questo LP, che si apre con l’elettrica “No Grace” e prosegue con la più orecchiabile “N/A”. Il tratto distintivo è senz’altro l’accurata scelta degli arrangiamenti, che lasciano spazio a chitarre e voce, in un insieme di melodie fresche e accenni (pop) punk che hanno il pregio di rimarcare il marchio di fabbrica PAWS pur rimandando a certe sonorità anni ’90.
Prendete “Gone So Long”, ad esempio, un’incalzante cavalcata di percussioni e chitarre elettriche. La voce di Taylor rincorre chissà che cosa e urla un più che incazzato Live young, die fast, don’t believe In everything that you read. La maturità di PAWS va ricercata anche nella minuziosa scelta stilistica nella stesura dei testi. Protesta e critica alla mancanza di ideali nella classe più giovane sono il punto focale. Rabbia e frustrazione emergono a pieno titolo anche in “Complete Contempt” e “Gild the Lily”, due delle espressioni più compiute di questo album, dove appare concreto il processo di maturazione della band.
A completare il quadro, spiccano “Clarity”, tra le più veloci del disco, e il gran finale “Asthmatic”, in cui Taylor chiude il cerchio in una malinconica semi-ballata elettrica in cui lamenta di non aver ancora imparato dalle proprie cadute e dai propri errori. Via a riavvolgere il nastro e a riascoltare tutto daccapo, allora, perchè questo “No Grace” sa il fatto suo e si ritaglia un posto di tutto rispetto nella discografica della prima parte di quest’anno. Arrivano dalla terra di Franz Ferdinand e The Fratellis, tanto per rimanere in tema di un certo indie-rock di carattere. PAWS hanno il merito di tornare in scena con un album fresco e pungente, per nulla avezzi allo scopiazzare stili altrui e cavalcare l’onda. Stanno crescendo, ne sono consapevoli, questi tre ragazzi sono sono a sfociare in un mare elettrico che, continuando così, porterà lontano.
Credit: Martin Baker