A distanza di quasi sei anni dall’ultimo lavoro in studio, dopo un cambio di etichetta con i saluti a Sub Pop e l’inusuale approdo a una label più incline al metal quale Relapse, è tempo di celebrare un nuovo capitolo firmato The Album Leaf.
Jimmy LaValle torna infatti con “Between Waves”, altra novità di questo finire d’estate. Inevitabile la curiosità per un ritorno sulla scena dopo un lungo hiatus, ci troviamo di fronte a un nuovo LP fatto di elettronica raffinata, retaggi krautrock e post-rock, in tutto e per tutto in linea con la produzione a cui questo progetto ha abituato in passato. Impossibile non cadere nel tranello di un paragone con dischi quali “Into The Blue Again” (2006) o quel “A Chorus of Storytellers”, datato 2010, amato dai fans, un po’ meno dalla critica. Impossibile, perchè la maturità di una band viene – a torto o a ragione – misurata anche ponendo sul piatto della bilancia quanto di buono fatto alle origini con le novità dei nostri giorni.
The Album Leaf si confermano (parliamo al plurale, perchè di band a tutti gli effetti – e non solo live – ad oggi si tratta) maestri in ciò che è il loro mestiere. “Between Waves” si muove tra onde, appunto, in un disegno di melodia e ritmica che si intrecciano senza sosta. Otto tracce (la maggior parte delle quali strumentali) dipingono un quadro che alle orecchie di chi scrive rimanda a paesaggi malinconici. “False Down” anticipa il filo conduttore del disco, che con “Glimmering Lights” accende i sintetizzatori ed esplora piccoli angoli elettronici. Il cantato emerge per la prima volta dopo una dozzina di minuti dal via: “New Soul” è tra i pezzi più introspettivi, in cui il classico piano Rhodes, autentico marchio di fabbrica di The Album Leaf, fa da contrappunto alla voce di LaValle, che si staglia lieve.
A 18 anni dagli esordi, la maturità artistica di questo musicista di San Diego, emerge a pieno titolo. “Back To The Start” pare rappresentare un salto nel tempo, all’indietro. Rivediamo The Album Leaf alle origini, nella purezza di un suono tra elettronica e ambient, nella maniacale cura dei dettagli. Il tutto, in una continuità evolutiva che sorprende per solidità e brillantezza di una produzione che mai, in questi quasi due decenni, ha smesso di crescere in qualità . Lo stesso si può dire di “Wandering Still”, altro volo strumentale ad ali spiegate su un mare in continuo movimento.
Il tris finale serve una maggiore ricercatezza in termini di percussioni, che si mantengono su una linea pulsante per l’intero arco dei minuti finali. “Never Far” e “Lost In The Fog” appaiono tra i pezzi più sperimentali, mentre “Between Waves” – la title-track – chiude un percorso di grande densità compositiva. Between waves, you take my breath, recita la voce soffusa.
The Album Leaf e il volto di Jimmy LaValle sono un raggio di luce. Delicatezza ed energia si miscelano in un incedere lento, tra malinconia e disincanto, tra illusione e risveglio. Il paesaggio etereo di “Between Waves” fa calare il sipario e riavvolge il nastro. Il ritorno con questo nuovo disco potrà sembrare innocuo a primo acchito. Farà ricredere quando un riff qualunque – una volta entrato in testa – non vorrà andarsene più e non rimarrà che premere play una volta ancora.
Photo Credit: Bil Zellman