I dischi degli Allah Las sono diventati, da qualche anno a questa parte, una piacevole tradizione di fine estate. Puntuali come un orologio Spencer Dunham, Miles Michaud, Pedrum Siadatian e Matt Correia tornano a farsi sentire con l’ album numero tre. E se “Allah Las” e “Worship The Sun” erano dei dischi estivi tout court, in barba al calendario settembrino d’uscita, “Calico Review” è un album dai colori e dai sapori decisamente più autunnali. Sempre spensierato ma con qualche ombra che sporca l’allegria a cui i quattro avevano da tempo abituato. Chissà forse sarà stato il trasferimento in casa Mexican Summer o più semplicemente il tempo che passa ma anche gli Allah Las sono un po’ cambiati.
Non così tanto da risultare irriconoscibili ma abbastanza perchè il cambiamento si noti. Attorno a loro è cambiata anche Los Angeles, la città dove vivono e che li ha fatti incontrare anni fa (galeotto fu un leggendario negozio di dischi chiamato Amoeba Music) la città che bonariamente celebrano in “200 South La Brea”. E che sono prontissimi a lasciare per gettarsi on the road in “High & Dry”, “Mausoleum” e “Roadside Memorial” in un trip psichedelico che li porta verso una “Terra Ignota” seguendo le orme degli Animals. “Warmed Kippers” si arrampica su distorsioni allucinogene, “Famous Phone Figure” gioca col pop psichedelico d’annata, e questo nuovo corso degli Allah Las diventa più chiaro: stessi elementi di prima ma più definiti.
“Strange Heat been coming round / set heavy on this town” e ancora una volta l’estate la salutano a modo loro, persi dietro quelle chitarre acustiche un po’ acide come una limonata senza zucchero. Questi sono degli Allah Las più riflessivi, molto meno garage e ancora più melodici come dimostra il coretto a tutto pop di “Could Be You”. Nell’ampio spettro dei gruppi e degli artisti a cui i quattro di L. A. si sono sempre ispirati (dai Byrds ai Dream Syndicate) stavolta l’ago della bilancia pende decisamente verso i Dream Syndicate. Anche senza surf, donne e furgoncino Volkswagen gli Allah Las sono vivi e vegeti. E neppure quando l’autunno è alle porte vogliono rinunciare al loro “Place In The Sun”
Credit: Alexandra Cabral