La domanda sorge in maniera spontanea ad ogni nuova uscita della band londinese: cosa ha impedito fino a questo momento agli Archive di uscire dal comodo-ma tuttavia poco proficuo- cono d’ombra in cui stagna la carriera di tante bands di culto?
Dare una risposta è molto difficile, soprattutto alla luce di una produzione molto nutrita(qualcosa come quattordici dischi in circa vent’anni di carriera) e di una proposta qualitativamente finora medio alta; forse, ma rimango sempre nel campo delle ipotesi, non ha giovato loro il fatto di cambiare pelle troppo spesso, più di una volta infatti di fronte ad un nuovo loro brano mi sono sorpreso a chiedermi “Chi diavolo sono questi?”, trovandomi successivamente sorpreso di fronte alla rivelazione che si trattasse proprio della band di “Again”.
Non sfugge a questo destino questo nuovo lavoro che segue “Restriction” del duemilaquindici portandone avanti le intuizioni ma facendo un passo indietro per quanto riguarda la scrittura, “False Foundation” è difatti un lavoro a tratti eccessivamente piatto, dove a spunti pur interessanti non viene mai permesso di spiccare il volo, cosa che accade in maniera soddisfacente forse solo nella cavalcata krauta della titletrack e in una “Stay tribal” Primalscrimiana fino al midollo.
Echi di fumoso trip hop misti a tentazioni nu soul si mischiano ad allucinazioni sintetiche figlie dei Pink Floyd più dilatati, tutto questo però senza mai dare la sensazione di partorire nulla di veramente memorabile, lasciando in questo modo il disco in un limbo da cui è difficile uscire: alla luce di questo forse un po’ più di coraggio avrebbe permesso a un pezzo come “Sell out” di mostrare in pieno tutto il proprio enorme potenziale.
“False Foundation” è il classico lavoro di passaggio di una band che dopo tantissimi avvicendamenti in seno alla propria formazione e tanti cambiamenti stilistici deve fermarsi un attimo a cercare di capire su quali basi proseguire, le capacità non fanno certo difetto agli Archive, questo ce l’hanno ampiamente dimostrato in passato, a noi non resta altro che aspettarli fiduciosi.