Il disco d’esordio di Palace s’intitola “So Long Forever” ed è uno di quei debutti che lasciano il segno per davvero. Quartetto londinese, avevamo visto la band salire alla ribalta delle cronache non più di un paio d’anni fa, con due EP (“Lost in the Night” e “Chase The Light”) che tra il 2014 e il 2015 sparigliarono le carte in tavola sulla scena britannica. Ispirati – per loro stessa ammissione – dalla tanto fugace quanto pungente esperienza di WU LYF, questi ragazzi hanno saputo plasmare un suono da alcuni definite quale “sonic Valium”, frutto della certosina ricerca del dettaglio e di arrangiamenti sofisticati.

“So Long Forever” è l’insieme composito degli ingredienti più tipici di Palace: un disco di 11 tracce che condensano malinconia e aria rarefatta da paesaggio autunnale. Il chiaroscuro melodico si dispiega fin dalle prime battute, quando “Break The Silence” rompe non solo il silenzio ma anche gli schemi di un indie rock/pop che vive di puntuali contrappunti di chitarre e una progressione ritmica in grado di accrescere attenzione e attesa nell’ascoltatore. La voce del frontman Leo Wyndham canta “Cheated all that’s loved you / Broken Hearts / You’re rumbled”, inghiottendo amarezza a sorsate rapide, in un contesto che sarà  poi filo conduttore delle liriche dell’intero lavoro.

Spesso paragonati a Foals e ai primi The Maccabees, questi quattro ragazzi di Londra si muovono in intimità  tra atmosfere ipnotiche. L’uso sapiente delle chitarre è un marchio di fabbrica e si manifesta a pieno titolo nel downbeat di “Live Well”, oppure in “Fire The Sky”, mentre la ballata “It’s Over” lascia trasparire malinconia in tinte forti. “Bitter”, quindi, è quel contrappunto in chiave blues riempito con echi di chitarre che si fanno via via pungenti in un caloroso abbraccio vocale e melodico che mai viene a mancare.

C’è spazio anche per speranze, sogni e predizioni. Quelle della title-track “So Long Forever” e ancora di “Live Well”, due pezzi che per stessa ammissione di Wyndham parlano di qualcosa che non è mai accaduto in realtà , ma può prospettarsi in un future non troppo lontano.

C’è molto di personale, ed è più che evidente, in questo “So Long Forever”. Palace  si presentano con i 43 minuti di questo album e lo fanno in un debutto solido, tutta sostanza, preferita alla forma. Tra le tante note positive, una in particolare: la band ha tenuto fede al proprio credo musicale e compositivo, lavorando alacremente al miglioramento di un suono già  originale e forgiato in occasione dei primi extended play. Wyndham e soci sono ora pronti a giocare con le loro delicate melodie, andando a sfiorare le emozioni di ascoltatori già  rapiti dal suono malinconico e denso di “So Long Forever”.

Photo Credit: Jono White