#10) CHILDISH GAMBINO
Awaken, My Love!
[Glassnote]
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Arriva per ultimo il nuovo disco di Childish Gambino, ma come tutte le cose che non ti saresti aspettata, entra di diritto nella top ten di questo anno. Donald Glover ci regala le atmosfere ’70s, l’R&B prima dell’hip hop, a metà strada tra Empire e The Get Down.
#9) EXPLOSIONS IN THE SKY
The wilderness
[Temporary Residence Limited]
Credo nel potere che ha l’immaginazione di plasmare il mondo, di liberare la verità dentro di noi, di scacciare la notte, di trascendere la morte, di incantare le autostrade, di propiziarci gli uccelli, di assicurarsi la fiducia dei folli.
Credo nelle mie ossessioni, nella bellezza degli scontri d’auto, nella pace delle foreste sommerse, negli orgasmi delle spiagge deserte, nell’eleganza dei cimiteri di automobili, nel mistero dei parcheggi multipiano, nella poesia degli alberghi abbandonati.
(J.G.Ballard)
#8) MOTTA
La Fine Dei Vent’anni
[Woodworm]
Di due cose mi sono innamorata quest’anno, la seconda è il disco di Motta.
#7) LEONARD COHEN
You want it darker
[Columbia Records]
Di tutte le cose che ci ha insegnato, di come non si possa mai dire arrivederci, di come le cicatrici siano parole che si fanno carne, di come l’amore fosse un gioco serissimo. Che vada sempre così:
Che la velocità non diminuisca mai. Che la neve rimanga. Che io non venga mai separato dal mio amico. Che io e lui non troviamo mai cose diverse da fare. Che non ci tocchi mai giudicarci reciprocamente. Che la luna resti su un lato della strada. Che le ragazze siano una confusa macchia dorata nella mia mente, come l’alone intorno alla luna, oppure il bagliore del neon sopra la città .
(Leonard Cohen, Il gioco preferito)
#6) LIIMA
II
[4AD]
Someone once said that the ancients believed that light came from within the eyes and that you cast this light upon things in the world wherever you turned. I remember wondering if the world disappeared or was cast into darkness when you closed your eyes, or, even further, if you died, did the world die also.
(David Wojnarovicz, Close to the knives)
#3) MITSKY
Puberty 2
[Dead Oceans]
La formazione di tutte le ragazze che ho mai adorato si basa su dischi come questo; non è necessariamente così, ma una rilevazione statistica racconta più o meno questa storia. Da qualche parte ho letto che Alice Munro voleva scrivere delle società segrete che formano le ragazze, il loro tentativo costante di resistere al resto del mondo, poi non l’ha fatto. Per adesso c’è Mitski.
#4) BEYONCE
Lemonade
[Parkwood / Columbia]
Non un disco, nè un film, nè una poesia di Warshan Shire: Lemonade è l’opera più alta della più grande tra le grandi del pop. Da Ta-Nehisi Coates a Sylvia Plath a Malcom X, pray you catch us.
I tried to change. Closed my mouth more, tried to be softer, prettier, less awake. Fasted for 60 days, wore white, abstained from mirrors, abstained from sex, slowly did not speak another word. In that time, my hair, I grew past my ankles. I slept on a mat on the floor. I swallowed a sword. I levitated. Went to the basement, confessed my sins, and was baptized in a river. I got on my knees and said ‘amen’ and said ‘I mean.’
#3) SOLANGE
A Seat at the Table
[ Saint / Columbia]
Le possibilità che due sorelle scrivano due buoni dischi nello stesso anno non sono poi molte, che ne scrivano due eccellenti, non proprio è dato, ma Solange e Beyoncè sono delle fuori classe. Warshan Shire, già citata in “Lemonade”, scrive: To my daughter I will say, when men come, set yourself on fire.
#2) NICK CAVE & THE BAD SEEDS
Skeleton tree
[Bad Seed Ltd]
C’è un momento in “One more time with feeling” in cui parte una versione particolare di Deep water di Marianne Faithfull: è una canzone che parla di come a volte non ci sia altra soluzione che passare in mezzo alle cose, mentre il mondo continua a ruotare, nonostante tutto.
Era bellissimo, ed era un sollievo, era soprattutto un sollievo, sentire la pioggia che scendeva e sapere quanto è resistente la realtà , quanto è durevole, anche in un mondo svuotato di amore.
(Charles D’Ambrosio, Perdersi)
#1) DAVID BOWIE
Blackstar
[Sony Music]
C’è una quantità di persone cui Bowie ha regalato un’intensa esperienza emotiva, consentendo loro di diventare diverse, talora più libere, più eccentriche, più oneste, più aperte e più interessanti. Retrospettivamente Bowie è diventato una sorta di riferimento per il passato, con i suoi successi e fallimenti, e per una certa coerenza presente e per la possibilità di un futuro, addirittura per la ricerca di un futuro migliore. Bowie non è stato una semplice rockstar o una serie di clichè mediatici sulla bisessualità o i bar di Berlino. è stato qualcuno che per moltissimo tempo ha reso la nostra vita un po’ meno ordinaria.
(Simon Critchley, Bowie)