Una bolla di calore intorno alle orecchie e in mezzo alla schiena . Non è vento freddo quello che soffiano le dodici tracce di “Inverno”, quanto piuttosto un filo d’aria tiepida che toglie piano la condensa dal vetro appannato e fa vedere le cose in maniera più nitida. è tepore che riempie la stanza, il corridoio, l’intera casa. è un disgelo, una sorta di fioritura fuori tempo.
Com’è possibile far fiorire la stagione invernale? Marta Collica non ci svela il trucco, ma lascia solo intendere che sì, è possibile. Un terzo dell’anno è già trascorso e nell’aria svolazzano fiocchi di polline al posto della neve, che non si appoggiano a terra ma salgono su e non si sa dove arrivano. Un po’ come quest’album, col quale si crede di sprofondare in un mood da letargo e grazie al quale, al contrario, ci si risolleva. è questa la sorpresa che riceviamo da una voce di cachemire e da pochi altri elementi che fanno da contorno essenziale, vero. L’accompagnamento è infatti davvero un accompagnamento, intrecciato alla voce di Marta senza sovraccarichi e che ci porta a spasso tra Germania, Australia, Francia e Sicilia, con calma.
Le morbide tracce cantate in italiano non fanno rimpiangere affatto i suoni inglesi, generalmente percepiti come più delicati e “fluidi”. L’artista catanese riesce nell’intento di fondere in maniera quasi impercettibile lingue e mondi anche a diversi fusi orari di distanza, mostrando una maturità e un equilibrio rari.
Sembra di affondare in una vasca piena di tiepido zabaione. Consigliato di e dal cuore.