A distanza di quattro anni dopo il debutto con “Engravings”, l’inglese Matthew Barnes alias Forest Swords ritorna con un secondo full-lenght di elettronica introspettiva e dalle tinte cupe, stavolta con il grande salto, su Ninja Tune. Il marchio di fabbrica del producer britannico, ammirato durante i recenti capitoli della sua carriera, sembra dispiegarsi in una direzione ancora più nettamente dark e destrutturata, orientata ad assemblare arrangiamenti digitali ad elementi reali ed organici. Vocal ed effetti sonori cangianti incastonati in uno scheletro drone e accelerazionista, trame da soundtrack movie e piglio surrealista: tutto ciò che può colpire, in un momento in cui la musica elettronica ha bisogno di nuove idee, sembra trovare nella scrittura di Compassion uno sbocco sensibile.

Le influenze della collaborazione con Massive Attack, per la colonna sonora del videogame Assassin’s Creed: Rogue e il cortometraggio La Fàªte est Finie, sembrano notarsi tutte nel processo di realizzazione del nuovo album: fattori sintetici e concreti si fondono, sia nei sample che negli elementi processati da strumenti veri, disegnando quel modernismo alla base della ricerca dell’artista di Liverpool. Il futuro, osservato con la tensione e l’asfissiante pulsazione drammatica dei dieci brani dell’LP, sono lo specchio della società  che Barnes ha voluto rappresentare, cercando costantemente l’intreccio tra reale ed artificiale, proprio come la comunicazione dei nostri giorni.

Il singolo di lancio “Panic” possiede percussioni e ritmiche africane, ma con una marcata struttura da club. Allo stesso modo “The Highest Flood” e “Raw Language”, irradiate da fattori sonori orchestrali come piano ed archi, si miscelano nel valzer dei toni sperimentali e assuefatti dal linguaggio distopico della computer music del nuovo millennio. “Raw It” e “Knife Edge”, nel complesso denotano un tentativo di disegnare nuove traiettorie ambient di stampo futuristico, denotando ancora una volta una sensibile ricerca e comprensione della mistificazione di un concetto di genere.

Forest Swords ha immaginato un piccolo microcosmo di sensazioni elettroniche, fondendo estro concettuale a obiettivi narrativi di un suono mai domo, originale e accattivante. Se l’esordio ci aveva stupito per fattori di estrema validità  di produzione, in “Compassion” la continuità  procede per trame ed idee ancora più profondamente impegnative, oltre il suono.