Epico e bestiale, così potrebbe sembrare descriversi nel titolo il nuovo e sesto lavoro di Iron & Wine, al secolo Sam Beam, uscito sul finire di agosto.
Ma non c’è nulla di questo nel disco. Anzi, tutt’altro. Niente di sanguigno o trionfale, nulla di primitivo o enfatico. Il titolo vuole sottolineare altro, fa riferimento a quelle storie dove gli animali vengono umanizzati e assumono comportamenti che forse ci fanno riflettere ancor più di quelli degli uomini veri e propri. E di questo di compone l’album, di pensieri d’amore, di vita, di morte, di famiglia: attraverso le canzoni, cerca di mostrare aspetti della nostra anima.
Ci sono tanto cuore e testi di una bellezza di perla. C’è tanta passione per il cantautorato, tanta dolcezza e delicatezza, una grande eleganza vocale e una bellezza quieta.
Ci sono corde di chitarra e archi morbidi come nella opening track “Claim Your Ghost”, oppure leggere percussioni come nella successiva “Thomas County Law”. Ci sono brani semplicemente voce e chitarra e altri un po’ più arrangiati, ben amalgamati tra di loro in una romantica onda di suono.
Il cantautore statunitense ci ha abituato a un certo gusto sonoro, e non delude nè smentisce nemmeno stavolta. Sam torna dopo un lungo periodo di assenza (non facevo un disco solista dal 2013) più ferro e vino che mai, in un album che forse è il suo migliore a oggi. A 43 anni sembra aver trovato un equilibrio con e in se stesso, una quiete interiore che traspare in ogni brano, come nella brezza sonora fatta di pizzichi ed echi di “Last Night”. Riesce a dispiegare i suoi sentimenti con candore intenso, come nella ballad “Call It Dreaming”, che farebbe sciogliere qualunque cuore: For all the love you’ve left behind / you can have mine, per tutto l’amore che hai lasciato, puoi prendere il mio”.
E ci trasporta in questo mondo piacevolmente ovattato, come se dondolassimo in una grande bolla di sapone, di quelle che non bruciano gli occhi. Sensazione che lui ben descrive in “Summer Clouds,”: We threw a stone, but we never heard it land. There are clouds keeping quiet every night . Gettiamo una pietra ma non la sentiamo atterrare, ci sono nuvole che tengono tutto quieto, ogni notte”. Ogni canzone è un sassolino piatto lanciato in un lago calmo, che continua a rimbalzare senza un tonfo e senza affondare, creando docili cerchi nell’acquq che lentamente si disperdono.
11 tracce di un indie-folk intenso e romantico, semplice ma ammaliante, di quell’avvolgente calore sempre acustico ma mai noioso a cui Sam Beam ci ha ormai abituato e ci riporta: a casa.
Un disco che porta bene impressa la sua consueta sonorità , dove troviamo proprio quello che cercavamo: un suono puro tra parole sognanti e profondamente toccanti, quasi commoventi nella loro bellezza.
Photo Credit: Kim Black