E’ rimasto in ghiaccio un bel po’ il marchio Black Grape, emanazione di quelle testoline sante di Shaun Ryder e Paul Leveridge “Kermit”: il precedente album, “Stupid Stupid Stupid” risaliva infatti al 1997. In questa nuova puntata, la terza per l’esattezza, troverete ad attendervi belle siringate di funk e soul per il vostro sederino voglioso di muoversi al tempo giusto e, quando partiranno i fiati e i bassi giusti (spesso a dire il vero), beh, sarà impossibile stare fermi. Questo giusto per chiarire come stanno le cose.
Non si possono discutere i protagonisti di questo disco, Ryder e Kermit sono intoccabili, poco ma sicuro. L’importante però è che al momento di registrare un album siano più o meno in vena, siano più o meno lucidi e abbiano voglia (quello si) di divertirsi, perchè se si divertono loro, beh, ci divertiremo pure noi. E qui la voglia c’è, ve lo assicuriamo! Se Shaun poi trova in Trump una “musa” ispiratrice per le sue bastonate, beh, allora vuol dire che si è alzato dal letto con il piede giusto. Noi godiamo con piacere del groove onnipresente, degli organetti killer, dei cori contagiosi e dei rimandi in bilico tra anni ’70 e ’60 a tal punto che ti ritrovi in pista senza volervo (se poi la pista è il salotto di casa vostra, beh, ancora meglio) e 4 salti con la truppa è impossibile non farseli. Così per una “Whiskey, Wine and Ham” e una “Shame” che ti pare di stare in una puntata di Starsky & Hutch, ecco una “String Theory” che t’inchioda con la sua andatura micidiale e una “Set The Grass On Fire” per cui anche il Beck più scanzonato potrebbe proprio alzare il suo pollicione all’insù.
Vintage al punto giusto senza annoiare, ben calibrato nell’intreccio delle due voci, dinamico, ballabile e incalzante ma anche morbido quando serve: il nuovo Black Grape viaggia via che è un piacere.
Photo: Rob Annis from Indianapolis, USA / CC BY