I Broken Social Scene tornano dopo 7 anni dall’uscita dell’ultimo album con un nuovo lavoro “Hug of Thunder”, che celebra sotto ogni punto di vista il loro stile, i cambiamenti della band e il loro rock estremamente sofisticato.
Durante ogni pezzo si riesce a trovare una grande intimità nei suoni e si afferra anche una rottura netta con il passato.
La grande capacità è quella di riuscire ad evocare semplicità e pulizia anche attraverso prestazioni vocali grezze e volutamente sporche, ricche di effetti e riverberi.
Il disco è una narrazione aperta su un mare di suoni che si intrecciano, è come trovarsi davanti al “Castello dei Destini Incrociati”, libro di Calvino ispirato da una manciata di mazzi di tarocchi girati affidandosi al caso.
Altro grande punto di forza del disco è nella possibilità dell’ascoltatore di essere colpito, canzone dopo canzone, dalla sterminata varietà di armonie utilizzate, con una cura maniacale.
è vero quella dei Broken Social Scene è stata una pausa molto lunga ma assolutamente prolifica e per rendersene conto, basta ascoltare i primi dieci minuti dell’album.
La band è diventata nel corso degli anni molto più barocca, capace di stratificare il suo suono e indirizzarlo verso percorsi più inusuali e divertenti per l’ascoltatore.
Un disco del genere in fondo è una performance come quelle che troviamo nei musei d’arte o in teatro.
Il comune denominatore è la delicatezza che va dapezzi come “Stay Happy” a brani come “Gonna Get Better”, anche in passaggi ricchi di malinconie e suoni delicati tutti è architettato al meglio e il gran numero dei componenti del gruppo mette ogni frase, suono o vibrazione, esattamente al posto giusto.
La natura di questa band è sempre stata un’identificazione in una grande opera collettiva, un abbraccio teatrale e scenico ricco di sfumature e artistiche. Tornare dopo una lunga pausa non è mai facile ma questa volta il gruppo ha scavato veramente in profondità ed è venuto fuori con una grande prova di riadattamento.
I Broken Social Scene riemergono dopo una serie di progetti solisti, vedi la carriera ormai avviata di Feist, ma lo fanno con stile e una grande capacità di sapersi elevare oltre il loro passato sia come gruppo che come individui.
La creatività comune è il valore più grande di questa Big Band che aspettavamo ormai da troppi anni e dopo tutto questo tempo è stata capace di ricordarci quanto sia importante trasformarsi rispettando i propri valori artistici.