Il primo a ricordarsi dell’importante anniversario è stato proprio Sam Bean barbuto songwriter decisamente meglio conosciuto come Iron And Wine.
Oggi, e solo per oggi, dalla pagina facebook del suo progetto Sam regala demo acustici, mai pubblicati prima, di 8 canzoni che impreziosiscono uno dei suoi dischi più riusciti.
“The Sheperd’s Dog” usciva il 25 settembre 2007 accolto con le attenzioni e i clamori che meritano i dischi della definitiva maturazione.
Dopo l’essenzialità acustica del debutto (“The Creek Drank the Cradle” 2002) e le trame musicali meno spartane del successivo “Our Endless Numbered Days” (2004) è con questo terzo disco in studio che Iron And Wine compie il passo definitivo verso un cantautorato dal suono più stratificato e dagli arrangiamenti più complessi che mescola alla perfezione folk, blues, alt-country, pop.
Dieci anni fa raccontavamo questo piccolo gioiello di songwriter americano così (recensione di Giuseppe “Joses” Ferraro):
Ascolti l’ultimo disco di Sam Beam e pensi che dilatare il tempo e scomporlo per riportarti indietro di qualche mese non è poi un’ idea così stupida. Questo è la dimostrazione di come le coincidenze vivano su delicati equilibri spazio-temporali. E tutto ciò va detto perchè “The Shepherd’s Dog” sarebbe stato il disco perfetto per collassare definitivamente dinanzi a qualche spettacolare tramonto di fine estate. Invece ci troviamo a doverci sollazzare col magico dischetto che è già autunno, il che carica di nostalgia e languore canzoni che non avevano nessun bisogno di una tale spinta emotiva.
Sgombriamo subito il campo da inutili ciance: questo è il miglior album di Iron And Wine. Un sussulto di felicità e raggiunta serenità s’insinua fin dall’inizio, il che getta nello scompiglio il fedele ascoltatore del menestrello americano, essendo questi abituato ad un’atmosfera di mesta depressione. Piccoli inserti di elettronica, una maggiore fiducia nell’abbracciare altri strumenti, una raffinata cura compostiva (“Resurrection Fern”, davvero fantastica) sono i tanti dettagli che rivestono la nuova strada intrapresa dal barbuto Sam. Che poi tanto nuova non è; un po’ come quando la Fiat presenta un’ auto nuova, ma alla fine sempre di una “‘Punto’ si tratta.
Piccoli acquarelli di vita semplice, vele da windsurf spiegate sulla sabbia, odore salmastro e sale sulla pelle dorata, uno stato delle cose in lento e sacro progredire, occhi socchiusi per il troppo sole che guardano sereni l’orizzonte: qui in mezzo ci trovi la musica del “‘Ferro e del Vino’, col suo sguardo placido e il suo sussurro incantatore. Tra un reggae dilatatissimo ed appena accennato (“Wolves”), percussioni d’ogni tipo (“A Boy With A Coin”, uno dei pezzi migliori) e quiete ben sostenuta da inaspettate trovate ritmiche l’umore si riscalda e si lascia blandire come panni stesi al vento in un tranquillo pomeriggio di maggio. Il piccolo valzer finale per anime candide (“Flightless Bird, American Mouth”) è il commiato struggente di un uomo semplice e placido, che se un giorno aggiungerà alle sue virtù la capacità di sintesi, realizzerà dischi capolavoro.
IRON AND WINE ““ “THE SHEPERD’S DOG”³
Data di pubblicazione: 25 settembre 2007
Tracce: 12
Durata: 49:45
Etichetta: Sub Pop
Tracklist:
1. Pagan Angel And A Borrowed Car
2. White Tooth Man
3. Lovesong Of The Buzzard
4. Carousel
5. House By The Sea
6. Innocent Bones
7. Wolves (Song Of The Shepherd’s Dog)
8. Resurrection Fern
9. Boy With A Coin
10. The Devil Never Sleeps
11. Peace Beneath The City
12. Flightless Bird, American Mouth