Come diavolo fa un ragazzino appena ventenne del New Mexico a suonare come un’intera orchestra di strada in viaggio dai Balcani verso Parigi?
La domanda che tra stupore ed entusiasmo ci siamo fatti tutti ascoltando per la prima volta il debutto dei Beirut (“Gulag Orkestar” usciva nel 2006) si rinnova un anno e pochi mesi dopo quando Zach Condon, titolare unico del progetto, ripropone la sua formula di folk-pop dalla forte influenza (est)europea.
“The Flying Club Cup”, uscito il 9 ottobre di 10 anni fa, sancisce la definitiva consacrazione di un cantautore e compositore balzato in pochi mesi dalla sua stanza da letto piena di strumenti musicali ai più grandi palchi del vecchio e nuovo continente.
Dieci anni fa Enrico Sachiel Amendola raccontava in questi termini “The Flying Club Cup”:
Il grande merito di Zach Condon, con il primo disco targato Beirut, è stato quello di riuscire a coniugare perfettamente la tradizione sonora tipica del folk balcanico con l’indierock a stelle e strisce. Ora dopo poco più di un anno questo “The Flying Club Cup” prova a bissarne il successo proponendoci praticamente la stessa formula degli esordi. Proprio questa caratteristica poteva rappresentarne il grosso limite, ed in parte lo è, ma non è tutto. Il disco è indubbiamente più che buono, e se al primo ascolto si rimane piuttosto perplessi e delusi da una forte sesazione di “già sentito”, col tempo se ne apprezzano le sfumature e le atmosfere.
Ancora una volta la miscela funziona, anche se iniziano ad aprirsi delle piccole crepe. Condon è bravo, sa come scrivere delle ottime canzoni pop camuffandole da musiche gitane, però quello che manca qui è l’energia e la carica emotiva che avevano fato di “Gulag Orkestar” un piccolo capolavoro. Certo, forse l’aver scritto un disco pressochè perfetto all’esordio potrebbe condizionare il giudizio sulla discografia futura di questo ragazzo, però se fai due album praticamete uguali il rischio che corri è proprio quello di sembrare la copia leggermente sbiadita di te stesso. Intendiamoci “The Flying Club Cup” è una raccolata di canzoni che prese da sole farebbero impallidire moltissimi artisti in ambito folk-pop, ma racchiuse nella piccola storia discografica dei Beirut tendono legermente ad appannarsi.
Inoltre leggo dovunque che il soggiorno parigino dovrebbe aver influenzato molto le composizioni del disco, ma io questa influenza della musica francese non ce la vedo granchè. Buon disco, questo è poco ma sicuro, ma forse al terzo tentativo, qualora non si dovessero variare le coordinate, il marchingegno folk da noi tanto apprezzato rischierà di incepparsi sul serio.
BEIRUT ““ “The Flying Club Cup”³
Data di pubblicazione: 9 ottobre 2007
Tracce: 13
Durata: 38:35
Etichetta: Ba Da Bing!, 4AD
Tracklist:
1. A Call To Arms
2. Nantes
3. A Sunday Smile
4. Guyamas Sonora
5. Le Banlieu
6. Cliquot
7. The Penalty
8. Forks and Knives (La Fete)
9. In The Mausoleum
10. Un Dernier Verre (Pour la Route)
11. Cherbourg
12. St. Apollonia
13. The Flying Club Cup