Ahi, qualcosa stavolta non funziona. Matthew Mondanile era atteso a dimostrare che il divorzio dai Real Estate aveva comunque avuto positive ripercussioni (in ambito musicale, ovviamente). Ci sia attendeva quindi un disco che potesse gareggiare con gli episodi migliori della sua vecchia band, ma anche con le sue uscite precedenti, in particolare il delizioso “St. Catherine”, cosa che invece non accade assolutamente.
Scrittura incolore e senza guizzi quella di Mondanile in questa sesta (!) fatica, che veleggia ipnotica e a bassa andatura, tanto che il primo ad avere palpebre calanti potrebbe essere addirittura lui, in un rincorrersi di brani più o meno simili, rinchiusi in una bolla fatta di synth che ovattano suono ed emozioni. Gli Hoops (band in parte accostabile alla proposta di Mondanile) almeno ci mettevano un po’ di brio alla proposta, cosa che invece il nostro Ducktails non riesce o forse non vuole nemmeno fare, risultando poverello, sbiadito e con un fiato cortissimo, ahilui, come se una stanchezza cronica si fosse impossessata dell’artista. Il singolo “Map To The Stars” con la sua morbidezza lasciava presagire altri lidi per questo disco (non particolarmente esaltanti a essere sinceri, ma almeno decenti) che invece gira in tondo e a vuoto, mordendosi spesso la coda…peccato!