di Andrea Debiasi
Devo dire mi aspettavo grandi cose da uno dei gruppi più importanti della scena ska. E i Madness non hanno assolutamente tradito le attese, in una domenica sera di grande soddisfazione musicale. Fin dall’inizio il clima è quello giusto, con il dj del Gran Teatro Geox (sempre impeccabile la location padovana) che crea una bella atmosfera con una selezione di grandi classici del genere.
Alle 21 parte il gruppo spalla, i Giuda. Qui si esce dal seminato dello ska e si entra in pieno nei “’70 più glam, con una mezz’ora di power-rock vecchio stile che inonda il teatro. Il pubblico mostra di gradire il loro set, breve ma di grande intensità ed efficacia e io non posso che essere assolutamente d’accordo.
Dopo una pausa tecnica forse fin troppo lunga, che toglie un po’ del mood che i Giuda avevano creato, arrivano loro. Anche senza saperlo non è difficile capire che sono british al 100%; non serve neanche aspettare che “Suggs” McPherson apra bocca per averne conferma…il look basta e avanza per collocarli in pieno nella perfida Albione.
La partenza è di quelle che lasciano tramortiti: i nostri mettono in fila “One Step beyond”, “Embarassment” e “The Prince”, mettendo subito in chiaro le cose. Qui non si scherza e le primavere sulle spalle non pesano per niente. La parte centrale del concerto si snoda in un mix tra grandi classici e brani tratti dall’ultimo disco, che devo ammettere ho ascoltato poco, ma che dal vivo rendono assai bene. Proprio dall’ultimo album è tratta “Mumbo Jumbo”, dopo la quale i Madness infilano “House of Fun” e “Baggy Trousers” e mandano il pubblico in delirio. “Our House” ancora mancava e arriva adesso, con tutto il teatro che intona entusiasta il ritornello. “It must be love” chiude la scaletta regolare e, dopo un breve stop, i nostri tornano sul palco e ci salutano con “Madness” e “Night Boat to Cairo” sparate a mille, con i presenti che se la cantano e se la ballano con soddisfazione.
Grande, grandissima serata: doveva essere una festa e indubbiamente lo è stata!