Ci sono delle cose che te le senti dentro, di cui sei sicuro e mente e cuore ti dicono “vai tranquillo, non ci saranno problemi“. Nel caso del vostro recensore tutta questa fiducia era riposta nell’esordio degli Strange Hellos, perchè, dopo tutte le ottime premesse dei singoli, beh non ci potevano essere dubbi su “Chromatic”, che infatti è come lo zucchero filato quando sei al luna park, dolcissimo, appiccicoso e irresistibile.
Martin Skà¥lnes, Birgitta Alida Hole, Fredrik Vogsborg e Even Kjellby si ritrovano nel 2015 e danno vita a questo progetto in studio per dare sfogo a quel preciso sound che hanno nella testa: “Teenage Fanclub, Cocteau Twins, Oasis e Cure mescolati insieme. Quella era il tipo d’idea che avevamo. Poi appena iniziate le registrazioni abbiamo visto che qualche modo funzionava“; questo è quanto mi dissero in un’intervista pubblicata un po’ di mesi fa dagli amici di Indie-rock.it. Beh, missione compiuta. In 10 brani (che praticamente risultano essere un best of che contiene tutti i singoli già pubblicati e altre novità , il cui livello è assolutamente al pari dei brani apripista) il quartetto riesce davvero ad evocare i nomi indicati, ma il tripudio melodico è tale e tanto che a tratti ci pare pure di sentire Belinda Carlisle (“Monumental”) o i Ride (“The Prime”): anni ’80 e chitarre sature in equilibrio perfetto, il gioco è fatto.
Importante l’aspetto dream-pop che spesso fa capolino nel sound dei nostri, basti citare il primo biglietto da visita, ovvero quella “Broken Teenage Heart” che ci conquista fin dal titolo e si muove dolce e malinconica, così come la conclusiva ballata “The Way Home” è ricca di riverberi, mentre frangenti più carezzevoli trovano vigore nel ritornello (“Gold For The Golden”). Per una “We Are Trouble” che rimanda agli Alvvays più accattivanti, ecco “Is It Me?” (il mio singolo dell’anno) che pare davvero di stare a sentire i Teenage Fanclub che suonano in paradiso con gli A-ha che si sono convertiti al guitar-pop: la canzone perfetta, punto e basta.
Quat’anno la pole position della melodia va a questi fenomenali Strange Hellos che, praticamente, non sbagliano nulla e si meritano i nostri complimenti più sinceri. Qualcuno li porti in Italia al più presto, c’è necessità di adorazione ravvicinata.